"Accompagnavo pazienti all’hub Non è piaciuto"

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"Ogni volta che mi arriva una lettera, ci penso". Per Cesare Sambrici, sindaco di Caino, 2300 abitanti nell’hinterland di Brescia, è ancora vivo il ricordo delle due lettere di minacce ricevute lo scorso anno, su cui sono ancora in corso le indagini. "Avevo dato la disponibilità a portare all’hub vaccinale chi non aveva mezzi per muoversi. Questa cosa a qualcuno non è piaciuta. Mi ha fatto male leggere quelle lettere, il mio era un gesto in buona fede. Noi sindaci conosciamo tutti, siamo il punto di riferimento per i più fragili, a cui diamo volentieri una mano".

Come spiegarsi l’aumento costante di intimidazioni a primi cittadini?

"Secondo me dopo Covid la gente è diventata più pretenziosa, più rancorosa. Lo vediamo anche con le aggressioni in Pronto soccorso. Ad ogni modo andiamo avanti. Chi fa questo lavoro ci mette tutta la sua passione e, forse, un po’ di sana ingenuità".

Non ha ricevuto intimidazioni, ma una denuncia penale Giancarla Zernini, sindaca di San Paolo, nella bassa bresciana. "Periodicamente faccio l’accesso agli atti per vedere se ci sono denunce – racconta –. Premetto che io sono in un’isola felice, ho anche molte soddisfazioni. Ma forse i cittadini non si rendono conto che quello del sindaco è un mestiere, non una missione. Siamo persone normali, che sacrificano la propria vita personale e professionale. La denuncia? Una prepotenza: il problema è che potrebbe andare avanti anche quando non sarò più sindaco".

I social hanno annullato ogni distanza. "Veniamo coinvolti in tutti i problemi – spiega Zernini – ad ogni ora del giorno e della notte, festività incluse". Per contro, ogni volta che un’amministrazione vota per l’aumento dell’indennità prevista dal Ministero, si scatenano le polemiche. "Forse non ci si rende conto delle responsabilità e dei rischi di un primo cittadino. Ogni giorno c’è il pericolo di esser denunciati". F.P.