Calcioscommesse, lo 'zingaro' Hristyian Ilievski: era il perno dell'organizzazione

La mattina del 1° giugno 2011, mentre tintinnano le prime manette dell'inchiesta "Lat Bet" (ultima scommessa), lo straniero si dilegua dalla sua abitazione di Cernobbio e si rifugia a Scopje, in Macedonia. Vittorio Micolucci, ex difensore dell'Ascoli, il primo vero "pentito" dell'inchiesta lo riconosce in una fotografia di Gabriele Moroni

Violenza sul campo da calcio (Archivio)

Violenza sul campo da calcio (Archivio)

Cremona, 27 aprile 2015 - Hristyian Ilievski è il latitante eccellente, in convitato di pietra dell'inchiesta sulle combine nelle partite di calcio. Secondo gli inquirenti di Cremona, era il perno dell'organizzazione, l'uomo con il volto segnato da una cicatrice che avvicinava i giocatori di serie A o li contattava attraverso intermediari per convincerli con l'esibizione di buste gonfie di soldi.

La mattina del 1° giugno 2011, mentre tintinnano le prime manette dell'inchiesta "Lat Bet" (ultima scommessa), Ilievski si dilegua dalla sua abitazione di Cernobbio e si rifugia a Scopje, in Macedonia, dove è nato 38 anni fa. Nella sua ordinanza di custodia cautelare del dicembre 2011, il gip Guido Salvini lo definisce "un associato di sicuro profilo" e mette in evidenza i suoi incontri con gli inviati del boss di Singapore Tan Seet Eng detto Dan, a sancire "ancora una volta la saldatura criminale tra le attività operative del gruppo degli 'zingari', attivi in Italia, ed il cartello singaporiano di Tan Seet Eng". Il 2 marzo del 2011, all'aeroporto di Malpensa, Ilievski incontra Ben Huat Choo, emissari di Dan, giunto da Singapore nella prime ore della mattinata. Lo stesso giorno Choo riparte per Singapore. L'incontro si svolge poco prima delle partite sospette Taranto-Benevento (3-1, 13 marzo 2011), Atalanta-Piacenza (3-0, 19 marzo), Padova-Atalanta (1-1, 26 marzo). Subitro dopo essersi visto con l'uomo di Singapore, Ilievski fa ritorno nella zona Cernobbio-Como e alle 11.45 comunica per oltre cinque miniuti, via cellulare, con una utenza di Singapore ritenuta in uso al capo Dan.

Il 18 agosto 2011 è una data importante. Vittorio Micolucci, ex difensore dell'Ascoli, assume il ruolo di primo vero "pentito" dell'inchiesta di Cremona. Racconta al procuratore Roberto di Martino la notte del 10 aprile, ad Ascoli. Carlo Gervasoni, con cui ha giocato nel Bari, gli ha inviato un sms con cui chiede di vederlo con urgenza. E' l'una in piazza Sant'Agostino. "Gerva" si presenta su una Mercedes nera, targa straniera, con due accompagnatori, entrambi stranieri, sui 30-35 anni. Il più esile e basso è al volante, traduce dall'inglese e dalla lingua comune. Il suo compagno è massiccio, una vistosa cicatrice sopra l'occhio sinistro. Il colloquio dura una ventina di minuti, senza scendere dalla vettura. "Mi dissero  che erano persone disposte a pagare per alterare i risultati e che offrivano somme di denaro per conseguire Over 2.5 e 3.5, se non addirittura per ottenere che il risultato corrispondesse a quello della scommessa". S'inizierebbe con l'imminente Novara-Ascoli. Per risultare più convincente l'uomo robusto estrae tre o quattro mazzette da 500 euro che non smette di esibire.  Dalle fotografie Micolucci riconosce nel personaggio con la cicatrice Hristiyan Ilievski, nell'altro Almir Gegic, serbo di Novi Pazar. Sono gli esponenti di spicco degli "zingari". 

di Gabriele Moroni