FABRIZIO CARCANO
Atalanta

Atalanta: la prima volta in A del 31enne lecchese Rossi, eterno terzo portiere

Sei anni di silenziosa attesa e tre apparizioni da manciate di minuti. Ora il vero debutto (sfortunato). E domenica con La Juve?

Francesco Rossi saluta i tifosi

Francesco Rossi saluta i tifosi

Bergamo -  La prima volta non si scorda mai, soprattutto se arriva alla soglia dei 31 anni. Francesco Rossi da Merate domenica ha vissuto la sua prima volta da protagonista in serie A, dopo quasi sei anni di silenziosa attesa. Il suo nome dice poco anche ai più accaniti appassionati di calcio. Nessuno lo ha acquistato al ‘fanta’. Perché Rossi, 31 anni il prossimo 27 aprile, è il terzo portiere dell’Atalanta. Quello che non gioca mai.

Dal 2016 sempre in panchina senza bisogno di tenersi pronto, tanto non sarebbe mai toccato a lui. Il suo curriculum recitava fino a ieri pomeriggio tre presenze in serie A, in realtà si trattava di tre brevissime apparizioni: cinque minuti a Cagliari nel 2018, un paio di minuti a Reggio Emilia contro il Sassuolo nel 2019, qualcosa in più, una ventina di minuti, in una gara del luglio 2020 contro il Brescia, quando Gian Piero Gasperini sul 6-1 lo mandò in campo, anticipando quella sua breve passerella finale che di solito arriva all’ultima di campionato.

La sua occasione sembrava non dovesse arrivare mai, nonostante Gasperini lo abbia elogiato sempre per il suo impegno in allenamento. Poi la chiamata quando meno se lo sarebbe aspettato: Musso espulso per un’uscita kamikaze al cinquantesimo minuto contro il Cagliari, sotto 0-1. Toccherebbe a Sportiello ma l’estremo difensore brianzolo si è allenato poco per il Covid e ha pure un problema legato al padre a preoccuparlo. Gasperini preferisce andare sul sicuro, chiamando Rossi, il debuttante, che entra tra lo stupore degli 8000 tifosi atalantini che lo incoraggiano con un applauso: nessun coro personalizzato, non ne ha mai avuto uno.

Esordio poco fortunato, l’Atalanta affonda, incassa la seconda rete del Cagliari su contropiede e Rossi non ha grandi parate da compiere in una domenica negativa per la sua squadra. Ma resta la soddisfazione per questo esordio, vero, da raccontare un giorno. A coronare un lavoro quinquennale dietro le quinte, di un professionista serio, che lavora con impegno in allenamento (nelle amichevoli compie sempre interventi da applausi), che fa gruppo, che aiuta anche non giocando: nell’Atalanta che vince tanto c’è anche il suo contributo silenzioso.

Lecchese di Merate, Rossi è arrivato nel vivaio atalantino a soli 10 anni, facendo tutta la trafila fino alla Primavera, facendo da riserva a Marco Sportiello, oggi in panchina con lui, prima di andare in C, partendo dalla Lombardia. Il Lumezzane, quindi il Pavia, poi in giro, al Cuneo, al Teramo, al Prato, fino a Roma. Non quella del derby, ma la Lupa Roma che nel 2014-15 giocava nella terza serie: il lecchese ‘atalantino’ Rossi a difendere i pali della Lupa Roma!

Ventinove presenze e quarantun gol incassati, ma anche uno infilato nella porta giusta: il 18 gennaio del 2015 la sua Lupa sta perdendo in casa contro il Messina per 1-2. Al 93’ c’è un calcio d’angolo per la Lupa, il classico assalto all’arma bianca: tutti i ‘lupi’ vanno in attacco, anche il portiere. Palla in area e Rossi con un’incornata da bomber trafigge il collega regalandosi forse la più grande gioia in carriera. Fino a ieri, fino alla prima vera domenica di serie A. E domenica contro la Juventus, con Musso squalificato, chissà che non abbia un’altra occasione…