FABRIZIO CARCANO
Atalanta

Atalanta, il russo Miranchuk e l’ucraino Malinovskyi: così vicini, così simili

Aleksey e Ruslan, titolari nelle rispettive nazionali, competono per la maglia da titolare a Bergamo

Miranchuk e Malinovskyi

Bergamo, 14 febbraio 2022 - Il vento di guerra che soffia dall’Est, dal rovente confine che separa la Russia dall’Ucraina, potrebbe portare i suoi spifferi anche nello spogliatoio dell’Atalanta. L’unica squadra della serie A dove ci sono due ragazzi che rischiano di trovarsi sui fronti contrapposti, il russo Aleksey Miranchuk e l’ucraino Ruslan Malinovskyi, peraltro l’eroe del giorno in casa nerazzurra, autore del gol domenica sera contro la Juventus. I due, entrambi titolari nelle rispettive nazionali, dall’estate 2020 sono compagni di reparto, entrambi attaccanti, tra l’altro molto simili a detta anche dello stesso Gasperini: due sinistri che prediligono giocare a destra. E infatti raramente vengono schierati insieme, o l’uno o l’altro. Due ragazzi concorrenti insomma, anche se Malinovskyi è davanti nelle gerarchie. L’ucraino, molto attivo sui social e molto presente nella vita cittadina insieme alla moglie Roxana, è un volto noto a Bergamo, lo si incontra facilmente a passeggio nelle vie del centro. Il russo dopo oltre un anno e mezzo invece è ancora un oggetto misterioso anche per i tifosi, poche interviste, poco appariscente in campo. 

Due ragazzi nati e cresciuti dopo la fine dell’Unione Sovietica, in due Stati diversi, che adesso rischiano di trovarsi a vivere, seppur da migliaia di km di distanza, le apprensioni di una guerra che coinvolgerebbe i loro popoli. Inevitabile che ne parlino anche tra di loro. Anche se nessuno dei due sui social ha mai esternato i propri pensieri a riguardo. Tiferanno anche loro per la pace, ma avranno paura di un conflitto che comunque li toccherà, seppur da lontanissimo. 

In un passato relativamente recente le guerre dei Balcani crearono tensioni negli spogliatoi, soprattutto del basket, tra giocatori serbi e sloveni o croati o bosniaci o kosovari. Tensioni a volte inevitabili, perché sotto la maglietta c’è un uomo, un ragazzo, che trema per il proprio Paese, per la propria gente e spera nella pace. Come tutti.