Filagosto Festival: 50 sfumature di (grande) metal

Oggi la chiusura della kermesse con gli Anthrax di Joey Belladonna

 Gli Anthrax di Joey Belladonna, maestri del thrash metal

Gli Anthrax di Joey Belladonna, maestri del thrash metal

Filago (Bergamo), 4 agosto 2019 - Ci sono poche certezze nella vita. Ma una di queste è il fatto che ovunque possiate essere, su qualsiasi latitudine stiate viaggiando, prima o poi incontrerete un metallaro sulla vostra strada. Un ragazzo (o ragazza) in total black, capelli lunghi, jeans attillati e un’improbabile maglietta di qualche tour d’annata. Perché a prescindere dalle mode e dai tempi, il metal può sempre contare su una vasta e internazionale tribù di fedelissimi. E se ne volete una prova, basta fare un giro alla serata di chiusura del Filagosto. Che dopo il consueto viaggio nell’indie italiano, conclude oggi questa diciassettesima edizione con Metal for Emergency. Quasi un Festival nel Festival. Come al solito a ingresso gratuito ma con l’obiettivo di sostenere le attività dell’associazione umanitaria di Gino Strada. Dalle 18 in avanti, una lista lunga così di chitarre elettriche, pronte a trascinare con cinquanta sfumature di metal. Prima parte dedicata ad alcune band italiane: i Klogr, più vicini alle atmosfere alternative, le sexy Killin’ Baudelaire, i monzesi Methedras, gli Skanners (in attività dal 1982), i Destrage.

Ma la grande attesa è ovviamente per gli headliner della serata. Ovvero gli Anthrax di Joey Belladonna. Che dopo aver abbandonato il chitarrista Scott Ian e compagni a causa di una svolta eccessivamente commerciale della band, dal 2011 è rientrato nel progetto, prestando la propria voce a un repertorio ormai lungo quarant’anni, se si pensa che il gruppo è nato a New York nel 1981. Insomma, l’età è quella dei nonni. L’energia pure. Solo che qui non è destinata ai nipoti ma alle divinità del thrash metal, di cui gli Anthrax sono da sempre maestri assoluti insieme alla triade formata da Metallica, Slayer e Megadeath. La data di Filago è l’unica tappa italiana del loro tour. Con Belladonna e Scott Ian affiancati come al solito dal basso di Frank Bello e da Charlie Benante alla batteria, a cui si aggiunge la seconda chitarra di Jonathan Donais. Ultimo album “For all kings” del 2016 accolto quasi con lo stesso entusiasmo di “Sound of White Noise” del 1993, quando improvvisamente la band prese una strana svolta in bilico fra il rap-metal e la moda grunge. Grande successo. Ma fu una parentesi. Prima di tornare nei confini del thrash metal. Lì dove continua a battere il cuore.