Ius Scholae, a Pontida i giovani leghisti contro Tajani a colpi di Vaffa. Salvini si smarca: “Sono 4 scemi”

I militanti del Carroccio, oltre agli insulti, hanno esposto uno striscione in cui si dà dello “scafista” al coordinatore nazionale di Forza Italia. Il ministro delle Infrastrutture si scusa: “Gli avversari sono fuori, Antonio è un amico”

Pontida, 5 ottobre 2024 – I giovani leghisti fanno sfiorare l’incidente istituzionale fra alleati, rischio rientrato in seguito alle dichiarazioni concilianti del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

I militanti leghisti che hanno contestato Tajani a Pontida
I militanti leghisti che hanno contestato Tajani a Pontida

Il blitz

Oggi pomeriggio, saba nell’antipasto dedicato ai giovani del tradizionale raduno leghista, alcuni militanti del Carroccio sono entrati nella struttura che ospita l’appuntamento del sabato con lo striscione “Ius scholae in vista, Tajani scafista?", in riferimento alle recenti aperture del coordinatore nazionale di Forza Italia per uno snellimento delle pratiche per la cittadinanza dei bimbi nati da genitori stranieri che crescono nel nostro Paese.

Gli attivisti hanno anche urlato cori contro il vicepremier (Tajani, Tajani vaffa...) che proprio oggi ha presentato a Milano la proposta di legge azzurra sullo ius scholae. Sono seguiti cori da “leghismo vintage” in cui i ragazzi hanno urlato: "Noi siamo i giovani padani" e "secessione, secessione", “Roma ladrona la Lega non perdona”.

La polemica

Subito sono arrivate da alcuni maggiorenti di Forza Italia (Barelli e Gasparri su tutti) le richieste di un intervento dall’alto che stigmatizzasse lo “show” dei Giovani padani. Il segretario federale Matteo Salvini, in effetti, non ha esitato un attimo a catechizzare con parole dure i militanti del movimento “Chiedo scusa, sono quattro scemi, anzi cinque”.

L’avviso

Lega party rally in Pontida
The leader of the League, Matteo Salvini, during traditional Lega Giovani party rally in Pontida (Bergamo), 5 October 2024. ANSA/MICHELE MARAVIGLIA

Poi, con dichiarazioni più circostanziate, nel suo discorso ha lanciato un monito politico che vale per i contestatori ma – leggendo fra le righe – a chiunque provi ad alzare i toni su una questione su cui, comunque, Lega e Forza Italia si trovano su barricate opposte. Come dire, va bene il dissenso e il confronto aspro fra gli alleati, ma non dimentichiamo che “si vince e si perde” (e si sta al governo) insieme. “Gli avversari non sono in maggioranza – ha chiarito Salvini – Sono fuori. Per quel che mi riguarda, Antonio Tajani è un amico e alleato, Giorgia Meloni è un'amica e alleata e io non rischio il carcere perché qualcuno ha voglia di giocare. Di parchi giochi ce ne sono tantissimi".

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani

E Salvini (il quale, un’era politica fa finì nell’occhio del ciclone proprio per un coro anti-napoletano cantato in occasione di un appuntamento a Pontida)  per sottolineare ulteriormente il concetto, ha voluto concludere tornando a un registro più rude: “Chi non l'ha capito, fuori dalle balle".