Zona rossa, rabbia a Bergamo: "Sacrifici chiesti sempre ai soliti"

Aspre critiche e grande preoccupazione fra le associazioni di categoria e i sindacati dopo la lettura dei dispositivi del Dpcm

Giacinto Giambellini è alla guida di Confartigianato Bergamo

Giacinto Giambellini è alla guida di Confartigianato Bergamo

Bergamo, 6 novembre 2020 - Preoccupazione e rabbia. Tanta rabbia. Sono le due parole pronunciate con più frequenza dai rappresentanti del mondo economico bergamasco dopo il nuovo decreto anti Covid varato dal premier Giuseppe Conte per le zone rosse. Sindacati, Confcommercio, Confartigianato sono concordi nel definire la situazione “un disastro per commercio, ristorazione e turismo”. Spiega Francesco Corna, segretario generale della Cisl di Bergamo: "Le grandi industrie orobiche, penso alla Tenaris Dalmine e alla Brembo, nonostante abbiano sofferto e soffriranno ancora, tutto sommato tengono. Le ripercussioni peggiori le subiranno i ristoratori, i più penalizzati da questo Dpcm. Il calo dell’occupazione, purtroppo, è già in atto, ma a pagare il conto al momento sono i rappresentanti a tempo determinato. Il saldo assunzioni-cessazioni in provincia a luglio era di -5.704 unità. L’edilizia, invece, risentirà meno delle conseguenze della pandemia perché sicuramente il rilancio partirà dagli investimenti pubblici per dotare il Paese di nuove infrastrutture. Nella Bergamasca c’è preoccupazione anche per i 2.500 lavoratori, dipendenti di agenzie di lavoro interinale: i primi contratti che vengono ridotti sono questi".

Preoccupato anche Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio: "Con questo nuovo lockdown temiamo che accada quello che il nostro Osservatorio aveva preannunciato a giugno, e cioè che nella nostra provincia chiuderanno tra le 8mila e le 15mila imprese del settore terziario, mettendo a rischio 49mila posti di lavoro". Secondo Ascom Confcommercio, il 53% degli imprenditori del terziario ha rinunciato agli investimenti. Bocciatura da Confartigianato Bergamo. "Per l’ennesima volta vengono chiesti grandi sacrifici agli artigiani e alle Pmi – sostiene il presidente del sodalizio Giacinto Giambellini –, che hanno già sofferto molto in primavera e che, è bene ricordarlo, sono gli stessi che in pochi giorni in pieno lockdown, con abnegazione e operosità, hanno realizzato l’ospedale alla Fiera di Bergamo. Come Confartigianato torniamo a proporre un anno bianco dal punto di vista fiscale, con incentivi economici per le nuove assunzioni a prescindere dall’età del neoassunto". Le critiche più feroci, però, arrivano dai ristoratori. "Ci vengono chiesti ancora sacrifici - accusa il titolare di un locale del centro cittadino - senza, peraltro, nessuna garanzia sul risultato. Si naviga a vista. E’ difficile capire secondo quale criterio si possa ritenere che un virus contagi di più al ristorante che al supermercato, o che sia più virale a cena piuttosto che a pranzo".