REDAZIONE BERGAMO

Truffa allo Stato sui fondi europei agricoli: in quattro a processo

Secondo l'accusa padre, figlio e due professionisti avrebbero distolto i fondi per l'azienda lattiero-casearia per ristrutturare edifici di proprietà di un'altra società, immobiliare M.A.

Soldi (Ansa)

Grumello del Monte, 14 gennaio 2016 - Avrebbero ottenuto 447mila euro di finanziamenti dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) per sistemare stalle, acquistare macchine mungitrici, migliorare le attrezzature per lavorare il latte, ma li avrebbero invece utilizzati, in gran parte, per ristrutturare abitazioni di proprietà della loro società immobiliare. Per questo i due soci amministratori, padre e figlio bergamaschi, titolari della “Latini snc” di Grumello del Monte, azienda del settore lattiero-caseario, e due professionisti, un consulente della provincia di Monza Brianza e un perito bresciano, sono stati rinviati a giudizio dal gup Marina Cavalleri con l’accusa di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Il processo nei loro confronti inizierà il 21 luglio prossimo. Per cinque anni nessuno s’era accorto di nulla, fino a quando la Guardia di Finanza di Bergamo non era andata a guardare un po’ più da vicino le aziende agricole che percepivano i finanziamenti del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. I controlli erano iniziati nell’aprile del 2014 e i militari avevano accertato, sempre stando alle contestazioni, che negli anni 2010, 2011 e 2012 l’azienda aveva incassato dall’Europa un totale di 447mila euro per interventi di miglioramento.Secondo i finanzieri, solo un terzo del fondi europei era servito per il miglioramento delle strutture agricole. Il resto, invece, sarebbe stato utilizzato per ristrutturare il patrimonio edilizio riconducibile a una società immobiliare di propietà della stessa famiglia Latini. Tutto regolare per i difensori dell’azienda, per i quali si tratta solo di una “questione di interpretazioni relativi ai frazionamenti dei terreni della ditta”. Il denaro della Ue, cioè, sarebbe stato effettivamente utilizzato per strutture legate all’attività agricola e per la lavorazione del latte, che però si trovano all’esterno del perimetro dell’azienda e sono intestati a una diversa società.