Giù le torri, ma lo spaccio resta: i pusher traslocano da Zingonia a Verdellino

Con l'arrivo delle ruspe l'attività di spaccio si è spostata nei paesi vicini

L'abbattimento di una delle torri

L'abbattimento di una delle torri

Verdellino (Bergamo), 12 settembre 2019 - Dopo l'abbattimento delle famigerate torri Anna e Athena, per anni ritrovo di pusher e balordi di ogni genere, l’attività di spaccio nella zona di Zingonia si è spostata nei paesi limitrofi, Verdellino in testa. L’allarme arriva dai carabinieri che ogni giorno pattugliano il territorio per prevenire fenomeni criminosi. 

 L’ultimo arresto risale a martedì pomeriggio, quando i militari dell’Arma di Zingonia hanno arrestato un immigrato marocchino di 28 anni, che aveva con sé 22 dosi di cocaina, per un totale di 13 grammi, già pronte per essere spacciate. Le forze dell’ordine erano sulle tracce dell’extracomunitario da alcuni giorni, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di alcuni cittadini che avevano notato il 28enne aggirarsi con fare sospetto per le vie del paese in sella al suo motorino.

Il maghrebino, intorno alle 15, è stato bloccato mentre si trovava seduto ai tavolini esterni di un bar, come se fosse un cliente normale (i titolari erano toalmente all’oscuro dell’attività illecita condotta dallo straniero), mentre in realtà era in attesa della chiamata di un cliente. Telefonata che è arrivata proprio mentre erano in corso i controlli degli investigatori. Uno dei militari ha risposto al cellulare dell’immigrato e si è sentito chiedere se aveva una dose di cocaina da vendere.

Avuta la prova che il nordafricano era solito spacciare, i carabinieri hanno proceduto a perquisire il ventottenne, che nelle tasche dei pantaloni aveva tre dosi di cocaina. Le altre diciannove, invece, l’uomo le aveva nascoste nel suo motorino. Arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ieri mattina è stato processato per direttissima. Il giudice Gaetano Buonfrate ha convalidato l’arresto effettuato dai carabinieri e ha disposto nei confronti del maghrebino la custodia cautelare in carcere. Il dibattimento è stato rinviato al 9 ottobre per la sentenza.