Lombardia, specie "aliene" fuori controllo: hanno colonizzato fiumi e laghi

Globalizzazione e cambiamenti climatici hanno favorito la loro diffusione e rimuoverle è quasi impossibile. I dati del censimento realizzato da Arpa in Lombardia: "Alterano la struttura degli habitat"

La colonizzazione è partita dai luoghi dell’iniziale immissione

La colonizzazione è partita dai luoghi dell’iniziale immissione

Milano - Globalizzazione e cambiamenti climatici ne hanno favorito la diffusione ed ora la loro rimozione risulta molto difficile. Sono le specie alloctone, gli “alieni“ che rappresentano la seconda minaccia principale per la biodiversità (dopo la perdita di habitat), in quanto modificano e banalizzano le comunità, entrando in competizione e sostituendo (o ibridandosi con) gli autoctoni. "Alterano le proprietà fisico chimiche e la struttura degli habitat – spiega Manuela Marchesi, tecnico ambientale di Arpa - possono causare danni economici alla pesca, alla salute, all’utilizzo idrico". Va detto che non c’è un monitoraggio specifico su queste specie, ma il censimento viene realizzato nell’ambito della rete regionale di monitoraggio degli elementi di qualità biologica dei corpi idrici superficiali (macroinvertebrati, diatomee, macrofite, fauna ittica), che prevede una pianificazione triennale/sessennale. Per il 2021, la campagna istituzionale di monitoraggio nel territorio regionale ha consentito il censimento di 27 delle 39 specie alloctone oggetto di osservazione.

"Gli ambienti acquatici – prosegue Marchesi - sono tra gli habitat più a rischio per la colonizzazione delle specie aliene, la maggior parte delle quali sono arrivate accidentalmente, favorite dalla globalizzazione e dal riscaldamento climatico e la loro rimozione risulta molto difficile". In Lombardia, la specie alloctona più diffusa negli habitat acquatici tra i macroinvertebrati è il gasteropode Physella acuta (Haitia acuta), piccolo gasteropode di origine nordamericana, diffuso in Europa continentale, Asia e Australia, che si nutre di detriti e microalghe. È stato rinvenuto da Arpa nei corsi d’acqua del bacino di Ticino, Lambro, Adda, Mincio anche a quote di media montagna.

Ampiamente utilizzata dagli appassionati di acquari (probabile origine della sua distribuzione nei corsi d’acqua naturali), la specie è resistente a temperature dell’acqua mediamente alte e a condizioni di scarsa ossigenazione. La seconda specie rilevata con maggiore frequenza tra i macroinvertebrati risulta essere la Corbicula fluminea, un bivalve dal colore giallastro, tendente al bruno negli adulti, di origini asiatica, forse arrivata insieme alle navi cargo o introdotta per scopi alimentari: risulta distribuito nei bacini alle quote minori principalmente di Ticino, Adda, Mincio. Oggi è ormai presente in molteplici tipologie di corpi idrici: torrenti, fiumi, laghi dove vive nel fondale ghiaioso, ciottoloso, anche se preferisce un fondale limoso e sabbioso purché ben ossigenato. Vive con successo in ambienti con diverse condizioni trofiche, nutrendosi di fitoplancton e alterando l’ecosistema, pertanto è stata inserita nella lista DAISIE delle 100 peggiori specie invasive d’Europa.