"Serve l’obbligo di timbratura Non sarebbe successo"

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MOLTRASIO (Como)

"In un Paese civile non può accadere che si dorma in una baracca in cantiere. Una situazione non rispettosa delle più elementari norme di igiene e sicurezza, nonché della dignità della persona. Morire in quelle condizioni è terribile e insensato". È la denuncia dei rappresentanti dei lavoratori, riuniti ieri mattina in un presidio davanti alla Prefettura di Como organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Nel ribadire il cordoglio e la vicinanza ai famigliari dei lavoratori morti, i sindacati hanno rinnovato la richiesta di una legge che preveda l’obbligo della timbratura in cantiere. "Se fosse stata attivata - dicono - casi come questo non si sarebbero verificati". Il riferimento è all’obbligo della timbratura dell’orario di lavoro in cantiere e la corrispondenza tra le ore lavorate e dichiarate in Cassa edile, come richiesto unitariamente alla Regione dal già dal 2020. "I sindacati stanno ancora attendendo risposta – dicono - Ammesso che i lavoratori presenti in cantiere e il loro contratto fossero regolari, questo obbligo avrebbe consentito di evitare una simile tragedia". Dopo le tantissime reazioni di cordoglio, rabbia e denuncia di ieri, ancora oggi non sono mancate le prese di posizione, come quella della deputata del Pd Chiara Braga: "Sono al fianco delle forze sindacali che hanno promosso un presidio davanti alla Prefettura di Como per rimarcare, ancora una volta, quanto sia importante e urgente intervenire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro" dice, ricordando l’appello lanciato alcuni giorni fa "affinché si agisca per fermare la continua strage dei morti sul lavoro. Una scia che purtroppo ora ha toccato drammaticamente la provincia di Como".