Picchiò e seppellì vivo il cane, chiede il patteggiamento

L'animale era malato di tumore. Il giudice ha rinviato la decisione al 19 dicembre. L'Enpa accolta come parte civile al processo

Il tribunale di Bergamo

Il tribunale di Bergamo

Zanica (Bergamo), 5 dicembre 2018 - Si è aperto oggi, nelle aule di giustizia del Tribunale di Bergamo, il processo a carico di un pensionato 84enne di Zanica, accusato - in concorso con un amico, un pensionato 77enne - di aver colpito con un badile e sepolto vivo la sua cagnetta, una setter di nome Siria. L'animale venne salvato in extremis, ma morì pochi giorni dopo a causa delle ferite riportate. "Attraverso il proprio legale - si legge in una nota dell'Enpa, ente nazionale protezione animali - l'imputato ha chiesto di patteggiare, tuttavia il giudice ha rinviato ogni decisione a una successiva udienza, già in calendario per mercoledì 19 dicembre. È stata, invece, accolta la richiesta della Protezione animali di essere ammessa in giudizio come parte civile".

Erano i primi giorni di novembre dello scorso anno. Il corpo di Siria, agonizzante, venne trovato nelle campagne alla periferia di Zanica grazie a una passante che aveva udito i guaiti disperati dell'animale. Siria, infatti, non solo era sopravvissuta alla brutale aggressione, ma era riuscita anche a riemergere col muso dal terreno. Chiamati i soccorsi, la cagnetta venne immediatamente affidata alle cure di un veterinario. Si scoprì poi che il povero animale, malato di tumore, era stato colpito in testa con un badile e quindi sepolto vivo dal suo proprietario con l'aiuto dell'amico. Siria visse ancora pochi giorni poi il suo fisico, stremato dalla malattia e dalle percosse, cedette. "Individuato, il pensionato - fa sapere l'Enpa - ha ammesso le proprie responsabilità ed è stato denunciato in concorso per uccisione di animali e tentato reato: evidentemente voleva disfarsi dell'anziana cagnolina, sbarazzandosi di lei e della sua malattia, come se Siria fosse un rifiuto da interrare in un discarica. Restiamo in attesa della decisione del giudice circa la richiesta di patteggiamento dell'imputato. Auspichiamo comunque - conclude la Protezione animali - che in caso di accoglimento la pena applicata all'84enne sia congrua con i reati e contestati e la particolare crudeltà della condotta posta in essere".