Sedativo nel gelato, poi la prima violenza: il 'metodo' Confalonieri

L'episodio avvenuto nella Bergamasca, a Grumello del Monte, nel luglio 2007

L’agente immobiliare Omar Confalonieri, 48 anni

L’agente immobiliare Omar Confalonieri, 48 anni

Bergamo - Il 'metodo' Confalonieri. Cocktail "allungati" con sedativi e poi gli abusi. E se non erano le benzodiazepine, al centro dell’ultima vicenda per cui dal 5 novembre l’immobiliarista è finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni, era il Minias: guarda caso un farmaco con effetti sedativi e ipnotici.

Come nell’episodio avvenuto nella Bergamasca, a Grumello del Monte. Un salto indietro. Siamo nel 2007. A luglio di quello stesso anno Omar Confalonieri, 48 anni, originario di Rho, studio nella centralissima via Montenapoleone, venne iscritto come indagato con l’ipotesi di violenza sessuale. Fascicolo dell’allora pm Carmen Pugliese, ora in pensione, magistrato che in tanti anni di carriera spesso si è imbattuta in questo tipo di reati. Fascicolo archiviato nel 2010 dal giudice Tino Palestra, e di cui ora la procura milanese che indaga su Confalonieri ha chiesto conto ai pm di Bergamo.

In buona sostanza il pm Alessia Menegazzo e il procuratore aggiunto Letizia Mannella, a capo dell’indagine del capoluogo lombardo hanno chiesto gli atti contenuti nel fascicolo. Tornando all’episodio di Grumello del Monte, per quanto è stato possibile approfondire, i fatti sarebbero andati così. Confalonieri arriva a Grumello del Monte perché la sua fidanzata era amica della vittima che poi denunciò la violenza subita. All’epoca aveva 35 anni. Non c’è nessun drink, ma un gelato drogato dallo stesso immobiliarista. Di nascosto dalle due donne lo "innaffia" con gocce di Minias che ha effetti. La fidanzata dell’indagato si stende sul divano di casa dell’amica, è in uno stato di semi incoscienza, è intorpidita. Anche l’amica subisce gli stessi effetti di torpore che le annebbiano la mente. Confalonieri potrebbe aver agito in due momenti diversi, in un arco temporale di 20-25 minuti. Una prima ricostruzione è che l’immobiliarista approfittando del momento di apatia della sua fidanzata avrebbe chiesto alla vittima di seguirlo nella camera da letto. Qui le avrebbe chiesto di togliersi le mutandine facendole indossare un vestitino traforato.

Oppure, potrebbe aver messo in atto la sua trappola in un secondo momento. Lui e la sua fidanzata, che evidentemente non era stata drogata come l’amica, scendono in garage per andare all’auto e far ritorno a casa. Lui inventa una scusa, banale, per tornare in casa della vittima: "Ho dimenticato le chiavi, vado a riprenderle, tu aspettami qui". Risale in casa e mette in atto il suo diabolico piano. Mentre la sua fidanzata è in macchina che attende anche infastidita per il ritardo. Sembra che abbia provato a raggiungerlo con il cellulare, ma senza ricevere risposta. Quello che avviene in quella camera da letto sono solo ricordi confusi nella mente della vittima. Quando finalmente si riprende e torna in se decide di andare all’ospedale di Calcinate (10 luglio 2007) dove i medici la sottopongono a tampone che da esito negativo: non sarebbe stata abusata. E il 25 luglio si decide ad andare dai carabinieri per sporgere denuncia. I carabinieri vanno a perquisire l’abitazione dell’immobiliarista è trovano scatole vuote di medicinali, tipo Minias.