Romano di Lombardia, da mesi picchia e minaccia moglie e figli: arrestato

Più volte i carabinieri erano intervenuti per riportare alla calma la situazione in casa della coppia.

Un episodio di violenza

Un episodio di violenza

Bergamo, 23 marzo 2019 - Nuovo caso di violenza tra le mura domestiche. Venerdì sera i Carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere un 30enne nigeriano, residente a Romano di Lombardia, perché da tempo pichiava la moglie, un italiana, in precedenza già sposata e madre di due figli.

I fatti oggetto di contestazione nell’imputazione di maltrattamenti in famiglia aggravati risalgono all’estate scorsa, quando appunto l’uomo, con atteggiamenti progressivamente sempre più violenti e persecutori, ha iniziato a minacciare, pedinare ed aggredire anche fisicamente la moglie, con la quale è sposato da circa un anno. Frequenti, soprattutto nell’ultimo periodo erano gli insulti e le minacce anche di morte.

I familiari della donna avevano cercato di moderare la situazione, senza successo. La vittima delle violenze fisiche e psicologiche era stata anche costretta, in alcune occasioni, a fuggire di casa. In alcune circostanze erano stati danneggiati anche dei mobili e delle suppellettili in casa. Altre volte ancora l’uomo aveva strappato di mano il cellulare della moglie o dato in escandescenze per motivi futili, lanciandole addosso anche degli oggetti, spintonandola, oppure percuotendola con schiaffi, sino a costringerla a ricorrere alle cure mediche.

Più volte pattuglie dei Carabinieri della Compagnia di Treviglio erano intervenute per riportare alla calma la situazione in casa della coppia. I figli della donna a volte avevano anche assistito a tali traumatici eventi ed erano stati a loro volta minacciati di ritorsioni ad opera dell’uomo. Ieri sera infine l’epilogo con l’esecuzione della misura cautelare del carcere nei confronti del 30enne, con alle spalle già altri precedenti penali per reati contro la persona ed il patrimonio, entrato in Italia come rifugiato politico per poi nel corso del tempo integrarsi gradualmente. L’uomo ora si trova in carcere a Bergamo e nei prossimi giorni sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia.