Minacce e proiettile, sotto scorta il presidente di Confindustria Bergamo

Per Stefano Scaglia la stessa misura presa per il presidente regionale Marco Bonometti, pure raggiunto da analoghe minacce

Stefano Scaglia (Presidente di Confindustria Bergamo)

Stefano Scaglia (Presidente di Confindustria Bergamo)

Bergamo, 30 giugno 2020 - Il prefetto di Bergamo Enrico Ricci ha assegnato la scorta al presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia che ieri è stato destinatario di una lettera con minacce e un proiettile (recapitati alla sede de L'Eco di Bergamo). La scorta era già stata assegnata anche al presidente regionale di Confindustria Marco Bonometti, pure raggiunto da analoghe minacce. 

La missiva per Scaglia, all’interno un proiettile calibro 6.25, è stata recapitata al quotidiano L’Eco di Bergamo e riportava come destinatario il direttore della testata, Alberto Ceresoli. Oltre al proiettile, vi era una lettera di rivendicazione, a firma dei Nuclei proletari lombardi. "Il signor Stefano Scaglia di Confindustria – è scritto – sappia che non dimentichiamo mai. Una bara in più non si nega a nessuno mai o lui o un suo familiare. Sempre solo questo potrà ridare dignità a chi è morto sul lavoro. Dove non arriva il Covid arriviamo noi". La lettera sarebbe stata scritta con un pc. Sulla busta vi erano due francobolli annullati a penna. La polizia ha sequestrato tutto il materiale per sottoporlo a esami. A indagare è la Digos di Bergamo, che già si occupa delle minacce a Bonometti.

Il fatto che la lettera minatoria a Bonometti sia arrivata nella sede di Bergamo, fa supporre che le minacce siano da ricondurre alla sua posizione contro l’istituzione della zona rossa in Val Seriana. Confindustria Bergamo e tutti i suoi associati hanno espresso la massima solidarietà e vicinanza al presidente Scaglia: "Purtroppo, il clima di odio verso l’impresa e gli imprenditori, ingiustamente fomentato in queste ultime settimane, ha portato a questi risultati. Confindustria Bergamo auspica che si torni a un clima di confronto civile e che vengano abbandonati toni e minacce anacronistiche quanto inconcludenti".