Bergamo, reintegrato dal giudice e licenziato di nuovo

Il caso alla Fbm Hudson di Terno d'Isola: l'operaio saldatore è il delegato sindacale Fiom

Tribunale di Bergamo

Tribunale di Bergamo

Terno d'Isola (Bergamo), 19 aprile 2019 - Reintegrato dal tribunale, è tornato in azienda ma è stato licenziato per la seconda volta. Non sembra esserci una soluzione per un operaio saldatore, dipedente dal 1992 della Fbm Hudson spa di Terno d’Isola da anni delegato sindacale della Fiom-Cgil.

Licenziato nel 2018, il mese scorso è stato reintegrato dal tribunale di Bergamo, ma lunedì è stato licenziato per la seconda volta. L’8 aprile per l’operaio avrebbe dovuto essere il giorno tanto atteso della ripresa del lavoro e invece a mezzogiorno è stato convocato dall’azienda che gli ha consegnato la lettera di contestazione per fatti che risalgono a oltre un anno fa, quando ha avuto inizio la vicenda, per una saldatura realizzata "non a regola d’arte", come ha sottolineato la Fiom-Cgil di Bergamo in un comunicato.

Dopo che il primo licenziamento è stato impugnato dai legali della Fiom-Cgil, lo scorso 25 marzo il tribunale, in composizione monocratica (giudice Monica Bertoncini) si è pronunciato sulla causa, annullando il licenziamento e ordinando alla Fbm Hudson spa di reintegrare il dipendente. L’azienda è stata anche condannata al risarcimento della retribuzione, dal licenziamento al reintegro. Ora il nuovo stop.

Immediata la presa di posizione del sindacato. «Si ricomincia da capo – hanno commentato Andrea Agazzi, segretario generale Fiom-Cgil e Paola Guerini, che per la Fiom segue l’azienda in questione - .Quando è stato convocato, all’inizio di aprile, il nostro delegato pensava di ricevere dettagli sulla mansione che da questo mese avrebbe ricoperto. Invece ci siamo ritrovati con una lettera di contestazione per fatti accaduti un anno fa. La vicenda ha sempre più del paradossale, anche perché ricordiamo che è cominciata per una saldatura realizzata “non a regola d’arte”, dopo ventisei anni di lavoro. La Fmb Hudson sta dimostrando non solo di non voler rispettare le sentenza, ma anche di non aver rispetto per il lavoratore né per le organizzazioni sindacali. A questo punto incontreremo i lavoratori in assemblea per decidere quali iniziative organizzare per rispondere a questo nuovo, assurdo, atto dell’azienda».