Kyenge paragonata a un orango: Consulta annulla "insindacabilità" Calderoli

La decisione della Corte Costituzionale ha accolto il ricorso del Tribunale di Bergamo

Roberto Calderoli (LaPresse)

Roberto Calderoli (LaPresse)

Bergamo, 23 marzo 2018 - La Corte Costituzionale ha stabilito che Roberto Calderoli non può godere dell' "insindacabilità" concessagli dal Senato. L'esponente del Carroccio nel 2013 parlò in un comizio dell'allora ministro dell'Integrazione Cecilia Kyenge, paragonandola a un "orango". La decisione della Corte Costituzionale ha accolto il ricorso del Tribunale di Bergamo che aveva sollevato il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato nei confronti del Senato, in relazione alla deliberazione del 16 settembre 2015 con cui l'Assemblea di Palazzo Madama aveva affermato che le opinioni del senatore erano "espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni" e, dunque, "insindacabili". Le opinioni espresse da Calderoli, rileva la Consulta, non hanno "alcun nesso funzionale con l'esercizio dell'attività parlamentare".