Il video con gli spari, Baby Gang dal giudice: "Accanimento"

Il rapper Baby Gang è a processo a Lecco per presunte condotte criminali legate alla registrazione del videoclip "Lecco city". La difesa sostiene che non ci siano reati, mentre la Procura ritiene che ci siano minacce e violazioni della quiete pubblica.

Baby Gang, nome d’arte di Zaccaria Mouhib il giovane rapper, già condannato in primo grado per presunta rapina e sparatoria in corso Como a Milano, da pochi giorni finito nuovamente in carcere per essere evaso dai domiciliari, è a processo a Lecco per episodi risalenti al 25 luglio e tra 26 e 27 agosto 2021, quando in piazza Cappuccini a Lecco registrò con una decina di amici il videoclip "Lecco city". Allora la Polizia lo denunciò per minaccia a pubblico ufficiale, per aver fatto esplodere colpi da un’arma giocattolo e aver violato la quiete pubblica del rione Santo Stefano. Ieri il rapper è comparso in tribunale e al giudice monocratico Gianluca Piantadosi ha reso una deposizione spontanea: "C’è accanimento nei miei confronti, mi sono rifatto una vita. Quella sera ero in piazza con i miei amici a festeggiare il mio ultimo album, in una piazza frequentata da giovani. Non abbiamo fatto rissa, non è reato bere e fare musica e su quanto successo in un locale della zona quella sera non ho responsabilità, non ero lì ma in piazza, poi ho tre sosia con i miei stessi tatuaggi".

Secondo la tesi della Procura di Lecco, condotta in aula dal pm Mattia Mascaro, le presunte condotte criminose sarebbero da ricondurre alla registrazione del videoclip "Lecco city". In entrambe le serate le forze dell’ordine erano state allertate per un assembramento di decine di ragazzi con musica ad alto volume. Il gruppo si sarebbe disperso spontaneamente con l’intervento degli agenti della Squadra Mobile, senza creare disordini. Durante le registrazioni del video sarebbero stati utilizzati fuochi pirotecnici, di cui sarebbero state rinvenute due scatole, e l’arma giocattolo. Tesi respinta dalla difesa di Baby Gang, sostenuta dall’avvocato Niccolò Vecchioni.

Angelo Panzeri