Il capoluogo e la provincia recuperano attrattività grazie al lavoro

Migration

Saldo migratorio positivo per la provincia di Brescia nel 2021, ma rispetto ai primi anni 2000 è aumentato il numero di chi ha lasciato la provincia. Per il 2021, la rilevazione di Istat sui flussi migratori interni e con l’estero, basata su iscrizioni e cancellazioni all’anagrafe per trasferimento di residenza, rileva un saldo migratorio che, per il 2021, è di +5890. I nuovi iscritti sono stati infatti 38.644 dall’interno del Paese, 7760 dall’estero; al contrario, le cancellazioni sono state 36.129 per trasferimenti verso altre zone del Paese, 4389 verso l’estero. La mobilità interna è soprattutto intra-provinciale, con 27.765 trasferimenti all’interno di comuni della provincia di Brescia. Per quanto riguarda il capoluogo, il saldo intra-provinciale di -254 rileva però che sono più i cittadini che si muovono verso l’hinterland e la provincia rispetto al flusso verso la città.

Brescia attrae invece nuovi residenti dalle altre province lombarde (55) e soprattutto da province di altre regioni (473), per effetto soprattutto delle possibilità di lavoro. Come è cambiata la fotografia rispetto agli anni passati? Le rilevazioni di Istat del 2002 (primo anno per cui sono disponibili) dicono che 20 anni fa il saldo migratorio era sempre positivo (+11087), ma molto più sbilanciato sugli ingressi (40841) rispetto alle uscite (29754), segno che i nuovi iscritti sono in leggera flessione ma sostanzialmente stabili, mentre l’emigrazione è nettamente aumentata in questo ventennio. Nel 2002, in particolare, erano stati 32.203 i nuovi iscritti dall’Italia, 8.639 dall’estero, mentre erano stati 29328 i bresciani che si erano spostati fuori Brescia restando in Italia, 426 quelli andati all’estero. Il capoluogo ha recuperato attrattività, invece, se consideriamo che nel 2002 il saldo migratorio intra-provinciale era stato di -1911. Il dato intermedio del 2011 conferma questo trend.

Federica Pacella