REDAZIONE BERGAMO

Condannati genitori senza pietà: frustavano figlio con la cinghia o fili elettrici

Due anni e quattro mesi di pena per coniugi accusati di maltrattamenti: frustavano il figlio con la cinghia o con i fili elettrici e lo facevano stare in ginocchio sui ceci di ROCCO SARUBBI

Violenza

Bergamo, 4 marzo 2016 - Li consideravano “metodi correttivi” per far crescere il loro figlio un po’ impulsivo. I genitori, una coppia ucraina residente da tempo in città, erano così convinti delle proprie idee educative a tal punto che non esitavano a sottoporre il bambino – solo undicenne quando questa brutta storia di maltrattamenti è cominciata – a vere e proprie sevizie durate tre anni, dal 2102 al 2015.

Ma non è eslcuso che possano essere inziate anche prima e siano state tenute nascoste, forse per paura, dallo stesso ragazzino. I maltrattamenti a cui era sottoposto comprendevano, nell’ordine: cinghiate (nella migliore delle ipotesi), o in alternativa stare in ginocchio per ore su legumi secchi, o ancora frustate sul corpo con i fili elettrici del telefono. Vere e proprie sequenze da film dell’orrore, al punto da far scattare un’accusa di maltrattamento a carico dei genitori del bambino.

La coppia ha anche una bambina di soli quattro anni. Lei, 32 anni (madre biologica del ragazzino, nato da un precedente rapporto); lui, 38 anni, entrambi con un lavoro, sono ben inseriti nella comunità. Ieri i due, difesi dall’avvocato Marta Vavassori, sono stati condannati a 2 anni e quattro mesi a testa. Il bambino, che ora ha 14 anni, si trova in una comunità protetta che gli consentirà di poter continuare gli studi, visto che frequenta la seconda media. A far emergere questa terribile vicenda è stata la segnalazione fatta da un genitore il cui figlio era nella stessa classe della vittima: siamo nel 2012.

Il ragazzino poco alla volta si è confidato e nei suoi racconti sono emersi particolari raccappriccianti. E così si è scoperto che i suoi genitori spesso e volentieri non esitavano a esercitare nei suoi confronti i maltrattamenti dei più disparati. Quando la storia è venuta a galla in tutta la sua gravità, del caso ha cominciato a farsene carico la scuola che frequentava il ragazzino, poi i Servizi sociali del comune e, infine, il tribunale dei minori che ha disposto l’allontanamento dal bambino dalla coppia, su cui nel frattempo si erano concentrate le indagini da parte degli inquirenti che hanno contribuito a smascherare il comportamento della coppia.

di ROCCO SARUBBI