Caso Covid prima dell’apocalisse: giallo sulla cartella clinica di Alzano

Nel dossier all'esame della procura di Bergamo la storia di un cinese con la polmonite bilaterale tre settimane prima del paziente zero

Militari a presidio di una delle prime zone rosse. Ma ad Alzano non si fece

Militari a presidio di una delle prime zone rosse. Ma ad Alzano non si fece

Bergamo - Tre settimane prima dell’inizio dell’apocalisse. Si concentra sul primo paziente malato di Covid, nell’area di Alzano, l’inchiesta della Procura di Bergamo sull’inizio della pandemia e la mancata istituzione della zona rossa. L’avvocato Consuelo Locati, coordinatrice del pool di legali impegnati nella causa di centinaia di familiari delle vittime del Covid contro Governo e Regione Lombardia, è stata sentita come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta della procura di Bergamo paziente zero "non ufficiale" della Valle Seriana. L’involontario protagonista della caccia alla verità sui fatti del febbraio 2020 è un immigrato di nazionalità cinese di 54 anni che vive a pochi chilometri da Alzano Lombardo e Nembro che manifestava sintomi riconducibili al Covid-19 già tre settimane prima che esplodessero i focolai di Codogno, di Bergamo e nella Bassa Valle Seriana. A raccontare questo caso inedito è la cartella clinica lasciata da un anonimo nella cassetta della posta dell’avvocato Consuelo Locati. La cartella clinica in questione è dell’ospedale di Seriate, dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Bergamo est (che ha presentato querela per capire come possa essere uscita la cartella) la stessa che dirige l’ospedale "Pesenti Fenaroli" di Alzano Lombardo.

Il paziente il 26 gennaio 2020 era stato ricoverato con "tosse e comparsa di dispnea". Alla legale la cartella era arrivata ai primi di luglio. Dalla cartella non risulta che sia mai stata fatta una diagnosi di Covid attraverso il tampone, ma la Tac a cui l’uomo era stato sottoposto registrava la presenza di una polmonite con caratteristiche tipiche di quella da Covid. Un mese dopo è arrivato il paziente zero ‘ufficiale’, all’ospedale di Alzano Lombardo. Della convocazione ha parlato, durante una conferenza stampa indetta dal team che hanno avviato l’azione civile dei famigliari vittime del Covid, l’avvocato Luca Berni: "Appena ricevuta la cartella clinica, l’abbiamo portata in procura ritenendolo un documento importante perché anticipa quelle che noi riteniamo essere state le responsabilità di chi governava dalla fine di febbraio alla fine di gennaio. Locati è stata chiamata – chiarisce – per spiegare le modalità di ricezione della cartella clinica. Questo ci fa onore perché dimostra che la Procura apprezza la nostra indagine ‘parallela’. Portermo il documento anche al tribunale civile di Roma che si occupa della nostra causa". La mancata istituzione della zona rossa il 3 marzo dell’anno scorso, intanto, è ancora sale sulle ferite dei parenti dei morti di Covid. Uno studio dell’ex generale dell’esercito Pier Paolo Lunelli, che collabora con il team di avvocati del comitato, ha messo in raffronto i decessi in cinque anni in alcuni paesi della Bassa Valle Seriana e quelli dopo lo scoppio della pandemia. Secondo lo studio già il 27 febbraio ci sarebbero stati circa 3mila contagi (il 3% di 100mila) di cui 1.800 sintomatici e 1.200 asintomatici.