Corruzione, Paolo Romani indagato: "Un favore in cambio di 12mila euro"

I pm: a ritirare i soldi Sandro fratello di Stefano Maullu Sono indagati anche loro ma per false comunicazioni

Il senatore Paolo Romani è indagato per il reato di corruzione

Il senatore Paolo Romani è indagato per il reato di corruzione

Il senatore Paolo Romani è indagato per corruzione. Stando al contenuto di un’intercettazione ambientale, l’esponente ex Forza Italia (ora Cambiamo di Giovanni Toti) avrebbe ricevuto 12mila euro per un favore proibito (ma quale non è noto) dai dirigenti della Maxwork, impresa bergamasca nel 2015 sull’orlo del fallimento. A ritirare il plico sarebbe andato negli uffici della ditta Antonio Sandro Maullu spedito dal fratello Stefano, ex europarlamentare ed ex consigliere regionale Fi, oggi coordinatore milanese di Fratelli d’Italia. Ambedue all’oscuro che di corruzione si trattasse però, stando alla stessa Proocura di Bergamo che contesta ai fratelli Maullu solo le false comunicazioni al pm.

È uno stralcio dell’indagine originaria sulla società Maxwork e tra gli indagati c’è anche Massimiliano Cavaliere, l’imprenditore e fondatore dell’agenzia interinale fallita nel 2015, che risponde di concorso in corruzione con il politico e altre due persone. Dall’intercettazione ambientale risulta che il 30 gennaio 2015, a Bergamo, Cavaliere con il commercialista e una ex dirigente della società, avrebbero dato ad Antonio Maullu in busta chiusa i soldi destinati a Romani. "Sono estraneo ai fatti", dice Stefano Maullu. "Siamo perplessi, l’imputazione è monca, dobbiamo capire qual è il fatto contrario ai doveri che gli contestano", protesta la difesa del senatore Romani.