Coronavirus nella Bergamasca: "Giustizia per i nostri morti. Chi ha sbagliato pagherà"

Il gruppo “Noi denunceremo” ha raccolto finora quasi 50mila testimonianze

Luca Fusco ideatore del gruppo Facebook

Luca Fusco ideatore del gruppo Facebook

Bergamo, 3 maggio 2020 - No a un’altra Ustica, no a una nuova strage di Bologna. Questa volta i colpevoli devono pagare e le vittime avere giustizia. Arriva dalla Bergamasca, il territorio che è stato più colpito dall’emergenza coronavirus, un’iniziativa che si pone come obiettivo principale quello di accertare eventuali responsabilità, a livello locale e nazionale, e di chiedere giustizia per i numerosissimi morti.

Si chiama “Noi denunceremo” il gruppo pubblico aperto su Facebook dal commercialista bergamasco Luca Fusco che ha perso il padre a causa del Covid-19. "Complessivamente le adesioni sono 50mila, provenienti da tutta Italia, di cui quasi cinquemila arrivano dalla Bergamasca, 4.869 per la precisione – spiega Luca Fusco –. La pagina Facebook raccoglie le testimonianze di chi ha perso dei parenti per l’epidemia e abbiamo anche formalmente costituito il comitato no profit “Noi denunceremo – Verità e Giustizia per le vittime Covid-19” che vuole essere il canale attraverso il quale chi vorrà, insieme a noi, potrà agire in giudizio. Stiamo strutturando una rete di legali che si sono messi a disposizione gratuitamente, così come le 15 persone che vagliano tutti i post della pagina, che non è stata pensata come una sfogatoio, ma come raccolta di testimonianze, vagliate una ad una".

Quello che il Comitato vuole è "sapere, dal sindaco di Alzano (il paese della media Valle Seriana dove ha avuto inizio il contagio nella Bergamasca, ndr ) al presidente del Consiglio, dove la linea di comando ha sbagliato". Nel mirino molti aspetti: dal pronto soccorso di Alzano chiuso e riaperto (il 23 febbraio, solo 4 ore dopo il ricovero di due pazienti poi risultato affetti da coronavirus) alla mancata zona rossa in Valle Seriana (con 300 fra carabinieri e militari dell’esercito già dislocati nella Bergamasca), fino alle Rsa "che rappresentano uno scandalo al sole: abbiamo il diritto di sapere. Quando avremo queste risposte, allora avremo pace per i nostri morti". "Non possiamo ipotizzare reati – precisa Fusco –, noi raccogliamo le denunce, poi sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità. Ma vogliamo andare fino in fondo, pretendiamo rispetto per i nostri morti".

L’obiettivo del Comitato non è solo aiutare la magistratura ad accertare responsabilità, attraverso le numerose testimonianze che sono presenti sulla pagina Facebook, ma anche costituirsi parte civile negli eventuali processi che potrebbero nascere dalle inchieste in corso. "Questo – conclude Fusco – senza intentare alcuna causa agli operatori sanitari che anzi non escludo si vogliano unire a noi". E soprattutto, sottolinea il commercialista bergamasco, "senza chiedere risarcimenti. Perchè se iniziamo a parlare di soldi, la cosa si corrompe".