Coronavirus, rabbia e dolore a Mozzanica: "Ho perso i genitori. I tamponi? Un miraggio"

Carlo Manara è sconvolto. Ora anche il fratello sta male: "Niente test se non sei un politico o uno sportivo famoso"

Caterina Moretti e Stefano Manara sono morti a poche ore di distanza

Caterina Moretti e Stefano Manara sono morti a poche ore di distanza

Mozzanica (Bergamo), 2 aprile 2020 - "L’ultimo respiro lo ha fatto nel mio orecchio. Fortunatamente sono stato ascoltato e sia lei che mio papà, che se n’è andato due giorni prima, non hanno sofferto. Se ne sono andati serenamente, sentendo l’affetto dei loro figli". Carlo Manara, 62enne di Mozzanica, ha appena seppellito sua mamma Caterina, di 87 anni, due giorni dopo aver accompagnato al cimitero suo papà Stefano, entrambi presi in trappola dall’emergenza coronavirus. Il triste atto finale è arrivato dopo settimane di preoccupazione, notti insonni, rabbia. "Ci sentiamo abbandonati – dice –. Per i miei genitori la diagnosi è stata “sospetto coronavirus”, ma a nessuno, nonostante ora anche mio fratello sia malato, è stato fatto un tampone per capire se davvero abbiamo preso questo maledetto virus". Il signor Manara vive a pochi metri dalla casa dei suoi genitori, sopra alla quale abita invece il fratello 61enne. "È da un po’ che sta male anche lui, ma dopo la morte di mamma e papà è crollato – racconta Manara –. Ha la febbre alta, saturazione e pressione ai minimi. Non è neanche riuscito a venire al funerale. Il medico, anche per lui, ha detto “sospetto coronavirus”, lo stanno curando con i farmaci per l’artrite, ma lo stesso non gli fanno il tampone. Non c’è niente da fare, se non sei un politico o uno sportivo famoso, il tampone non te lo fanno".

Come per tante famiglie della Bergamasca, anche per i Manara non c’è stata nessuna cerimonia per il funerale, una pratica che si è risolta il più in fretta possibile. "Eravamo solo noi della famiglia, il prete ha detto due parole e poi basta. Anche perché c’erano altri due cadaveri da seppellire. Tre funerali in un giorno solo per Mozzanica, un paesino che ha 4.500 abitanti, sono tantissimi. Ma nessuno comunque fa niente". La sua richiesta , che continua a ripetere da quando, tre settimane fa, sua mamma si è aggravata, è una sola: che vengano fatti i tamponi "per capire com’è davvero la situazione nella nostra famiglia e in tutto il paese. L’infermiera che assisteva i nostri genitori, una ragazza di 26 anni, che gli è stata vicino fino alla fine, è stata messa in quarantena, ma nella nostra via, nel raggio di pochi metri, sono ormai una decina le famiglie che hanno una persona malata. Qui ci sono persone anziane, alcune malate, bisogna intervenire, devono fare i tamponi altrimenti potrebbe essere una catastrofe".