Ghisalba, coltellate al vicino: condannato a 5 anni

IL motivo dell'aggressione? Era stato denunciato per le botte alla moglie

Tribunale di Bergamo

Tribunale di Bergamo

Bergamo, 19 marzo 2018 - Cinque anni e 4 mesi di reclusione per lesioni pluriaggravate nei confronti del vicino di casa, “colpevole” di aver segnalato ai carabinieri i maltrattamenti a cui sottoponeva sua moglie. È finito così il processo, celebrato con rito abbreviato (sconto di un terzo sulla pena finale) davanti al gup Federica Gaudino, contro Y.M., extracomunitario marocchino di Ghisalba, che il 14 luglio scorso, alle sei di sera, si era avventato contro un 60enne operaio senegalese, colpendolo con sei colpi al torace con un coltello da tavola della lunghezza di 11 centimetri.

Il coltello si spezzò in due, la lama rimase nel corpo della vittima che venne ricoverato all’ospedale di Seriate, dove rimase per sei giorni con una prognosi di 36. Il marocchino era invece finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio, che nel corso del dibattimento è stata derubricata in lesioni pluriaggravate. Il motivo dell’aggressione, come detto, era stata la chiamata effettuata dieci mesi prima dal senegalese ai carabinieri per segnalare quello che aveva spiegato come l’ennesimo episodio di maltrattamento del marocchino nei confronti della moglie, allora incinta e con due figli piccoli. «Sei tu che hai chiamato i carabinieri?», chiese il nordafricano all’operaio quel giorno. E alla risposta affermativa di quest’ultimo, iniziò ad insultarlo fino all’aggressione vera e propria. Nei confronti dell’imputato risulta già un procedimento per maltrattamenti ai danni della moglie, che in un primo momento era stata trasferita in una comunità protetta con i figli per poi fare ritorno a casa con il marito.

Riqualificato il reato, il gup Federica Gaudino ha disposto la scarcerazione del marocchino e l’ha condannato al risarcimento dei danni alla parte civile. Ma l’operaio senegalese ha rinunciato alla provvisionale, riservandosi di costituirsi in sede civile.