LUCA MIGNANI
Cronaca

Cesare Albè, da 30 anni alla Giana:: "Il Mantova ha meritato il titolo . E Possanzini piace anche al Napoli"

Il dirigente: "Tagliare 20 squadre mi sembra inutile, noi rappresentiamo piccole realtà come Gorgonzola"

Cesare Albè, da 30 anni alla Giana:: "Il Mantova ha meritato il titolo . E Possanzini piace anche al Napoli"

Cesare Albè, da 30 anni alla Giana:: "Il Mantova ha meritato il titolo . E Possanzini piace anche al Napoli"

Gorgonzola (Milano)

"Al Mantova bisogna fare solo i complimenti: ha fatto un campionato a parte. Al nostro allenatore, Andrea Chiappella, ho detto di studiarli". Così Cesare Albè. Che, al nono anno di Serie C con la Giana (ora da vice presidente, fino a fine 2020 da tecnico), ragiona sul campionato. Partendo dai virgiliani volati in Serie B, con quel Davide Possanzini ora tra i candidati per la panchina del Napoli: "È stato vice di Roberto De Zerbi a Sassuolo e allo Shakhtar Donetsk, l’impronta è quella. Tanto possesso che a volte sembra stucchevole, per poi piazzare fiammate decisive".

Chi è stato l’uomo simbolo?

"Il ds Christian Botturi ha fatto grandi cose. Lo avevo apprezzato già al Brescia, l’anno scorso ha preso la Pro Sesto che si era salvata ai playout e l’ha trasformata, arrivando a lottare per il primo posto. Quest’anno ha fatto un altro passo avanti in una piazza sì di blasone, ma dove la B mancava da 14 anni".

Come vede le lombarde in ottica playoff?

"Sarà un altro campionato, conteranno condizione e motivazioni. Noi abbiamo tutte le carte in regola per farli. E sono curioso di vedere se qualcuno riuscirà a metterci sotto: in campionato non è praticamente mai successo. Abbiamo una squadra di passo, duttile, organizzata: stiamo facendo bene, ma l’appetito vien mangiando".

Sorpreso dal Lumezzane?

"Anche se è una neopromossa, no. Ha una rosa completa e l’allenatore, Arnaldo Franzini, è un’ottima persona. Mi avrebbe stupito non vederli in alta classifica. Mi aspettavo di più dall’AlbinoLeffe, ma è una società seria e solida che bada in primis alla salvezza".

Le deluse?

"La Pergolettese ha sempre saputo fare un bel mix di vecchi e giovani. Questa volta non le è riuscito ed è in grande difficoltà. La Pro Sesto ha cambiato tre allenatori e la dice lunga, ma Angellotti sta facendo bene. Sono felice per lui, ha giocato con noi in Promozione: tanti problemi fisici, ma tecnicamente straordinario. Lo abbiamo ceduto per prendere Perna che è ancora qui".

Il livello del campionato si è abbassato?

"Si dice sempre così. Già quando ero giovane io i grandi sentenziavano: “Non ci sono più i ragazzi di una volta”. Prendiamo l’Atalanta U23: buona squadra, ma la Juventus Next Gen che abbiamo incontrato gli anni scorsi aveva più qualità. Soulé (ora al Frosinone), Mota Carvalho (Monza) ad esempio. E Ranocchia (Palermo) che ci aveva fatto un gol strepitoso. Il Padova, secondo e finalista in Coppa Italia, è un bell’esempio: il ds Mirabelli, ex Milan, ha preso anche tanti giocatori non di nome e che hanno fatto la gavetta nelle serie inferiori".

Cosa pensa delle seconde squadre?

"Capisco che a livello televisivo possano avere appeal. E che a società come Inter e Milan convenga averle, con tanti giocatori da far crescere, prestare, scambiare. Ma per ora il pubblico non risponde. La C, per me, deve essere l’espressione sia dei piccoli paesi come Gorgonzola che delle grandi città come Catania e Foggia. Anche qui non sempre le novità sono un bene per il calcio".

In vista sembra esserci una riforma che porterà la Serie C da 60 a 40 squadre.

"Ben vengano le decisioni per preservare il calcio. Ma togliendo 20 squadre si risolvono i problemi? Mah. Sarà che sono vecchio e non voglio cambiare, ma a me la C piace così".