
Manifestazione contro la logistica della Copan
Castel Mella (Brescia) – Dopo la raccolta firme e l’interrogazione parlamentare, ieri è stato il momento del flash mob del comitato Salva Macina per cercare di fermare il polo logistico che la Copan dovrebbe realizzare a Castel Mella. Un ecomostro, secondo il comitato, che ha preso il nome dalla località, area naturale vicino al santuario della Madonna del Boschetto.
"Attendiamo di vedere il piano attuativo – spiega Marino Rizzi, presidente del Comitato – per poi dar mandato al legale per far ricorso al Tar. Con i miei fratelli stavamo finendo di costruire una casa, dopo anni di sacrifici, super ecologica, in legno, senza gas proprio in questa zona, ed ora invece scopriamo che arriverà questa struttura vicino alle case, che può essere alta fino a 19 metri".
Nelle scorse settimane, l’amministrazione aveva rigettato l’accusa di aver dato il via libera ad un ecomostro, dato che la struttura sorgerebbe su 12mila metri quadrati (in un’area da 60mila) a cui in futuro se ne potrebbero aggiungere altri 25mila. Inoltre, tramite i tecnici, l’azienda ha rassicurato sul fatto che il sito (dedicato a confezionamento, sterilizzazione e spedizione di tamponi) avrebbe impatto zero, visto che sarebbero allestiti 20mila metri quadrati di verde.
"I numeri reali non li sappiamo – sottolinea Rizzi – quello che conosciamo è il primo stralcio, ma sicuramente l’intenzione è di fare il progetto completo". Presenti al flash mob anche gli onorevoli Gian Antonio Girelli (Pd) e Devis Dori (Alleanza Verdi e Sinistra) che a fine maggio ha presentato un’interrogazione parlamentare, in cui evidenzia come a Brescia si continui a consumare suolo a ritmi decisamente superiori rispetto a qualsiasi altro territorio. La questione del consumo di suolo (nel Bresciano l’altro fronte caldo è a Lonato ed ha visto persino la Regione esprimere perplessità) è stata al centro anche dell’intervento di Franco Ferrandi, presidente del Circolo Legambiente Valle dell’Oglio. “Noi da tempo abbiamo sollevato il tema delle logistiche, che nel nostro territorio stanno sorgendo soprattutto lungo la Bre. Be.Mi. Il punto è che queste opere diventano un finanziamento per i Comuni, che percepiscono gli oneri di urbanizzazione. Bisogna rompere questo meccanismo, se si vuole fermare il consumo di suolo".