Scandalo Brembo Ski, indagato un ex senatore

Foppolo, Enrico Piccinelli avrebbe ricevuto una tangente

Carabinieri e Fiamme gialle in municipio a Foppolo

Carabinieri e Fiamme gialle in municipio a Foppolo

Foppolo (Bergamo), 26 luglio 2018 - Si allarga l’inchiesta su Brembo Ski, che ha coinvolto, tra gli altri, gli ex sindaci di Foppolo e di Valleve Giuseppe Berera e Santo Cattaneo. Il pm Gianluigi Dettori, titolare del fascicolo, ha aperto un nuovo filone d’indagine e ha iscritto nel registro degli indagati altre nove persone, tra cui spicca il nome dell’ex assessore provinciale all’urbanistica Enrico Piccinelli, 54 anni, eletto in Senato con Forza Italia-Pdl nel 2013 e in parlamento fino allo scorso marzo. L’ipotesi di reato che gli viene contestata fa scalpore: concorso in corruzione con altri otto indagati per una maxi tangente da 1 milione di euro di cui sarebbe stato destinatario in veste di assessore provinciale.

Motivo: favorire l’approvazione del Pgt (l’ex piano regolatore, modificato nella disciplina) del Comune di Foppolo del 2014 in modo tale che la previsione di maxi-volumetrie in un’area comunale molto vasta fosse compatibile, quindi conforme, con le previsioni del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) e poi al vaglio del parere, non vincolante, della Regione. «Io con questa storia non c’entro niente. Mi stanno calunniando». Così avrebbe risposto Piccinelli ai militari della Guardia di Finanza che martedì mattina si sono presentati a casa sua e nel suo ufficio, da dove hanno sequestrato diverso materiale, tra cui il pc e il telefono.

Anche in questo filone d’indagine sarebbero coinvolti Berera e l’imprenditore bresciano Sergio Lima, già indagati nel fronte principale legato alla presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa alla Regione, alla concussione e al falso, e per la presunta tangente da 75mila euro in Austria. Per gli inquirenti, Berera avrebbe coinvolto alcuni costruttori amici per costituire una sorta di fondo cassa, sovrafatturando il costo di alcuni interventi e finanziando con la “cresta” un fondo da utilizzare per l’operazione. Da quei soldi sarebbe arrivato il finanziamento alla prima tranche della tangente, mentre la seconda sarebbe arrivata tramite un giro di denaro arrivato fino ad una fiduciaria svizzera, dove hanno sede gli uffici dei due commercialisti revisori, che figurano tra i nove indagati. Alla fine il Pgt a Foppolo non venne però approvato e dunque la presunta dazione di denaro non avrebbe sortito gli esiti sperati. Il perchè è uno degli aspetti che gli inquirenti stanno cercando di capire, anche attraverso la ettura dei documenti sequestrati.