Investiti e uccisi ad Azzano, la Procura: "È stato omicidio"

Per il pm la morte di Luca e Matteo dovuta a un gesto volontario

Fiori sul luogo della tragedia

Fiori sul luogo della tragedia

Bergamo, 15 agosto 2019 – Il pm Raffaella Latorraca ha impugnato l’ordinanza con cui il gip Vito Di Vita ha mandato ai domiciliari Matteo Scapin, 33 anni, dopo aver riqualificato il reato di omicidio volontario in omicidio stradale con l’aggravante dell’omissione di soccorso. La procura rimane convinta che quanto accaduto la notte tra il 3 e il 4 agosto a Azzano San Paolo, lungo la Cremasca, sia un episodio doloso. E che Scapin, alla guida della sua Mini Cooper abbia investito la Vespa 125 sulla quale c’erano Luca Carissimi e Matteo Ferrari, rispettivamente di 21 e 18 anni per vendicare l’affronto subito poco prima all’interno della discoteca Setai di Orio al Serio. E magari pure il lunotto posteriore dell’auto andato in pezzi, quando la vettura era ferma al semaforo, poco prima dell’incrocio tra via Portico e la Cremasca. La rottura del vetro resta un giallo in questa vicenda. Non si sa da chi sia stato infranto e nemmeno si è sicuri con che cosa. Probabilmente con una bottiglia, in possesso di Luca Carissimi e Matteo Ferrari, ha scritto il gip.

È una deduzione che il giudice trae osservando una foto prodotta dai difensori di Scapin, gli avvocati Anna Marinelli e Riccardo Tropea, una immagine scattata prima del semaforo che ritrae schegge di vetro e un pezzo di bottiglia. Ma è ancora tutto da appurare che la bottiglia sia stata lanciata proprio la notte dell’incidente (non a caso in quel punto c’è stato un sopralluogo da parte della Polizia stradale assieme al consulente tecnico nominato dalla procura). Occorre ricordare che lunedì due amici delle vittime sono stati sentiti in procura, sono i due che seguivano in scooter Luca e Matteo e al pm hanno ribadito di non aver visto nulla. Una versione ritenuta non credibile dal gip, mentre per la procura il racconto è apparso genuino. Insomma, per l’accusa erano a una distanza tale da non aver visto quanto accaduto. Riguardo la volontarietà o meno, se l’intento «fosse stato quello di mandare fuori strada la Vespa, ben più deciso sarebbe stato lo speronamento». La Mini nell’impatto ha perso la targa, sostiene l’accusa e ne accenna anche nell’appello, e questo potrebbe far supporre un urto violento.