"Mi fai schifo": insulti omofobi in spiaggia, picchiato un quindicenne di Bergamo

Aggredito un ragazzino in vacanza con la famiglia a Levanto. Lo schiaffo, le cure in pronto soccorso e la denuncia in Questura a La Spezia

Michele e Marcello, pestati tre anni fa a Milano fuori da un locale

Michele e Marcello, pestati tre anni fa a Milano fuori da un locale

Bergamo - "Frocio". "Io li odio i froci". "Mi fai schifo". Parole pesantissime, irripetibili, frasi terribili che non si dovrebbero mai sentire in bocca a nessuno, tantomeno a un ragazzino. Eppure sono state lanciate, dure come pietre, da un adolescente a un coetaneo. L’episodio, sul quale è stata presentata denuncia, si è verificato l’altra sera a Levanto, località turistica della riviera ligure. La storia inizia attorno alle 23, quando alcuni minorenni, quasi tutti turisti, decidevano di rientrare a casa dopo aver trascorso parte della serata in uno stabilmento balneare della zona: ridono e scherzano, c’è grande spensieratezza, sono finalmente in vacanza dopo un anno di scuola tra Dad e lezioni da recuperare in presenza. Durante il tragitto, però, quell’atmosfera allegra viene improvvisamente guastata da un altro gruppo di coetanei: in particolare, uno di loro punta un quindicenne residente a Bergamo e inizia a rivolgergli insulti omofobi, per poi colpirlo con uno schiaffo in pieno volto.

Non finisce lì, perché qualche minuto dopo la scena si ripete con gli stessi protagonisti. Troppo facile immaginare lo stupore dell’adolescente, sorpreso da quell’attacco subìto mentre stava camminando i suoi amici. Stando a quanto risulta, il ragazzino preso di mira ha comunque replicato a quelle offese; e per tutta risposta l’altro ha rincarato la dose, urlando con ancor più veemenza. Tornato a casa, il quindicenne è stato accompagnato dai genitori al pronto soccorso, dove i medici lo hanno medicato e dimesso con una prognosi di sette giorni. Poi è scattata la denuncia alla Questura di La Spezia. Un fatto gravissimo sul quale sta indagando la polizia per fare piena luce: dalle informazioni a disposizione, è molto probabile che gli investigatori abbiano una descrizione dettagliata dell’aggressore, grazie alla coraggiosa testimonianza della vittima. 

Nel borgo di cinquemila anime nella zona delle Cinque Terre, in pochi sanno qualcosa di quanto accaduto; anzi, la maggior parte ha riferito di non sapere nulla o di averne sentito parlare senza molti dettagli. Sembra invece accertata la presenza di una pattuglia di una società di vigilanza privata che monitora la zona soprattutto di sera: gli addetti alla sicurezza si sarebbero accorti che qualcosa non andava e sarebbero intervenuti per capire cosa stesse effettivamente succedendo. Tuttavia, per avere un quadro preciso, bisognerà attendere l’esito delle indagini tuttora in corso.