Bergamo, al via l'Accademia per l'integrazione: progetto di accoglienza attiva

Trenta richiedenti asilo saranno coinvolti per nove mesi nell'impegno dello studio e in attività di volontariato

Accademia per l'integrazione

Accademia per l'integrazione

Bergamo, 18 ottobre 2018 - Al via l'Accademia per l'integrazione, un progetto sperimentale di accoglienza attiva dei richiedenti asilo promosso da Comune di Bergamo, Diocesi di Bergamo con l'associazione Diakonia e la cooperativa Ruah e Confindustria di Bergamo, focalizzato sulla formazione linguistica, civica e professionale, con la finalità di costruire le premesse per una possibile integrazione fondata sull'autonomia e sulla legalità. Motivo per cui 30 richiedenti asilo (che saliranno a 60 alla fine di novembre) saranno coinvolti per nove mesi come in un'accademia appunto nell'impegno dello studio e in attività di volontariato, oltre che il rispetto delle regole di comportamento previste dall'Accademia stessa. Al termine i partecipanti potranno usufruire di un tirocinio ed eventualmente di un contratto di lavoro.

I 30 richiedenti asilo che hanno aderito volontariamente al progetto osserveranno questo regime: tutti i giorni, dal lunedì al sabato, sveglia alle 6,30, pulizia della struttura che li ospita, 3 ore quotidiane di lezione di italiano, un'ora di laboratorio professionalizzante, nel pomeriggio 4 ore di attività di volontariato con pulizia di parchi e strade, manutenzione delle piste ciclabili, censimenti dello stato delle strade (buche, marciapiedi, cartelli stradali). Infine, dopo cena, fino alle 22, studio individuale o in gruppo. 

"L'Accademia per l'integrazione - ha spiegato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori - è un esperimento facilmente replicabile in altri territori. Intende dimostrare che esiste la possibilità di sviluppare un nuovo modello di accoglienza basato su formazione, rispetto delle regole e lavoro, gli elementi fondamentali per una possibile integrazione. Non possiamo tenere queste persone per mesi senza fare nulla: con l'Accademia nasce un modello molto bergamasco, che mette in moto le energie delle persone che vengono accolte sul nostro territorio". "Un passo avanti in direzione della promozione umana del migrante - ha evidenziato il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi - che supera la necessaria importante accoglienza e presa in cura. Vogliamo aprire nuove frontiere sociali sotto il segno della speranza. L'integrazione si nutre di interazione. Come tutti i segni, comincia con dimensioni modeste, ma vuole essere un percorso fecondo. Si aggiunge il valore della rete sociale con le istituzioni del territorio. L'impegno è anche quello di alimentare la coscienza delle comunità".  "Confindustria Bergamo - ha rilevato il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia - offre la propria collaborazione al progetto, mettendosi a disposizione per dare indicazioni sui fabbisogni formativi delle imprese e per segnalare alle proprie associate i nominativi di quanti hanno concluso positivamente il percorso".