Atalanta, gli ultras protestano ancora contro la ripartenza del calcio

All’indomani dell’ufficializzazione della ripartenza, la Curva Nord Bergamo è tornata a dire no al ritorno del campionato

Atalanta, gli ultras protestano ancora contro la ripartenza del calcio

Atalanta, gli ultras protestano ancora contro la ripartenza del calcio

Bergamo, 30 maggio 2020 - Gli ultras dell’Atalanta protestano contro l’annunciata ripresa del campionato. All’indomani dell’ufficializzazione della ripartenza, a tre settimane dalla gara casalinga contro il Sassuolo, la Curva Nord Bergamo è tornata a dire no al ritorno del campionato, attuando la seconda puntata della sua protesta civile e silenziosa con gli striscioni arrotolati lungo via Giulio Cesare, all’esterno della recinzione del Gewiss Stadium.

‘Schifati da un’assurda decisione, inseguire i soldi e non il pallone… sistema calcio vergogna’, si legge a caratteri maiuscoli in rosso e nero su un lenzuolo bianco appeso nel pomeriggio. Il secondo striscione, dopo quello analogo del 12 maggio scorso, quando riprendevano gli allenamenti e il calcio ricominciava a scaldare i motori: "Il nostro dolore volete dimenticare... Ma senza la sua gente non ha senso tornare a giocare!".

La Curva Nord, cuore del tifo nerazzurro, ma anche un movimento radicato in città attraverso le sue tante azioni sociali e di volontariato (durante la pandemia gli ultras hanno raccolto decine di migliaia di euro per sostenere l’ospedale Papa Giovanni XXIII e sono stati primi a mettere a disposizione la loro fatica, con annessi rischi di contagio, per allestire offrendosi come manovali, facchini e imbianchini l’ospedale realizzato a tempo di record nella Fiera di Bergamo), ribadisce quindi la sua contrarietà a far ripartire il calcio, con annesse polemiche, dopo una primavera di lutti e lacrime per Bergamo, e punta l’indice contro la decisione di andare avanti comunque, giocando senza il pubblico, in un calcio a loro dire sempre più televisivo e lontano dai tifosi.

Concetti espressi anche il 26 marzo, nel momento più drammatico della pandemia, nei giorni delle bare portate via dai mezzi dell’esercito, dal leader indiscusso della curva, il Bocia, Claudio Galimberti, con una lettera pubblica rivolta al presidente Antonio Percassi in cui lo invitava persino a ritirare la squadra in caso di ripresa della serie A.