Strade come torrenti, incubo al Nord. Tre vittime in Lombardia e Liguria

Pensionato travolto dall’acqua a Genova. Frana killer nel Varesotto di Bruna Bianchi

INCUBO Vigili del fuoco e volontari al lavoro nell’area dove si è verificato il parziale crollo di una casa, nel ponente di Genova (Ansa)

INCUBO Vigili del fuoco e volontari al lavoro nell’area dove si è verificato il parziale crollo di una casa, nel ponente di Genova (Ansa)

Milano, 16 novembre 2014 -  TRE MORTI, uno in Liguria, due a Cerro di Laveno frazione della cittadina rivierasca sul Lago Maggiore in provincia di Varese. Una giornata da bollettino di guerra si è conclusa con un tragico bilancio. Il tributo maggiore nel Varesotto, dove dalla montagna quando ormai era l’una di notte si è staccata una frana che ha travolto una casa portando morte e distruzione. Da questo tributo di sangue la conferma di un territorio fragile.

IN UN’ORA IERI sono caduti su Genova e il Ponente ligure 103 millimetri di pioggia, 800 in due settimane, poco meno di quanto cade in un anno. È stato un disastro sin dal mattino, con fiumi e rii straripati, mare forza 8, vento a 100 chilometri orari. Un pensionato di 67 anni, Luciano Balestrero, è morto nell’entroterra genovese, a Serra Riccò: era andato a dare un’occhiata alla sua auto parcheggiata ed è stato travolto dal torrente Riasso. Dalla cintura di Genova (Sampierdarena e Voltri) alle città della riviera di Ponente, Imperia e Savona, e su, fino al Basso Piemonte con Alessandria inondata dal fiume Bormida: una catastrofe. A Omegna è stato evacuato l’ospedale . Nell’entroterra ligure due le valli finite sott’acqua: la Polcevera e la Vallescrivia con Busalla alluvionata e un rischio frane elevatissimo. L’Aurelia e le autostrade sono state chiuse a tratti e ore dopo riaperte. Per i vigili del fuoco e la Protezione civile è stata una giornata da correre senza perdere un minuto, ora sulla costa ora nell’entroterra, dal capoluogo ai primi comuni rivieraschi del Levante (Portofino e Santa Margherita) a quelli del Ponente, fino al confine con la Francia, tanto che nel primo pomeriggio l’assessore regionale alla Protezione civile Raffaella Paita ha chiesto aiuto ai colleghi romani. Ha chiesto anche l’esercito da tanto pericolo incombeva ovunque.

LA PROTEZIONE civile nazionale ha perciò inviato nel pomeriggio 25 squadre con idrovore e macchine movimento terra; a loro si sono aggiunti altri 150 volontari del Friuli e del Trentino più altri di organizzazioni solidali. Sono pronti a partire anche squadre umbre e marchigiane. Molti anziani sono stati soccorsi e avvertiti casa per casa: «Non uscite, raggiungete i piani alti delle case». A Marassi, sulle rive del temibile Bisagno, hanno suonato le sirene, come ai tempi della guerra. La situazione è stata pesantissima anche sulle strade per i numerosi smottamenti; sulle provinciali, sulla A10 (a Busalla) e la A12, più altre arterie delle valli dell’entroterra tra Liguria e Piemonte. Chiuso per ore anche lo scalo aeroportuale di Genova e, a tratti, la strada Aurelia da Levante a Ponente, in seguito riaperti. Alassio è allagata, a Voltri una casa è parzialmente crollata per una frana, il torrente Cerusa è esondato. Nell’Imperiese la linea ferroviaria è stata interrotta da una frana.

NEL BASSO Piemonte il fiume Bormida è arrivato a sei metri di altezza e sulla provinciale 10 è stato chiuso il ponte e per la piena sono state evacuate le famiglie delle aree golenali. A Gavi, patria del vino pregiato andato perduto, altre persone hanno dovuto lasciare la casa. In totale sono 150 gli sfollati nell’Alessandrino. Il presidente dei geologi della Liguria Carlo Malgarotti ha tuonato: «Ci sono 7000 movimenti franosi e il rischio aumenterà. Bisogna fare in fretta, ma il Governo non ci coinvolge».

Anche Milano ha vissuto la giornata più nera di questo autunno: il Seveso è nuovamente esondato e dai tombini è fuoriuscito come una furia da Niguarda fino al quartiere Isola, già messo in ginocchio due giorni fa. Chiuse per precauzione le fermate della linea M5 per l’impossibilità di attraversare le strade: una donna è stata salvata da un fotografo mentre stava annegando in viale Fulvio Testi, invaso dal fiume. Dal lato opposto della città è esondato il Lambro, che ha costretto la chiusura di altre stazioni del metrò, stavolta della linea 2.

LA PIENA del Po si è spostata a Ferrara e l’allerta è di nuovo massima mentre a Torino ha già lambito i Murazzi. Il fiume Staffora, nel Pavese, ha allagato le frazioni Oriolo di Voghera, Godiasco e la strada fra Rivazzano e Salice Terme. Disagi fortissimi per i treni liguri, piemontesi e lombardi. In serata diversi collegamenti sono stati riattivati. Oggi le previsioni dicono che si potrà tirare il fiato.

di Bruna Bianchi