Cade e finisce al Pronto soccorso: 30 ore di attesa per una 88enne

L’odissea raccontata dalla nuora: credo sia al di là della tolleranza

Il pronto soccorso  dell’ospedale saronnese

Il pronto soccorso dell’ospedale saronnese

Saronno (Varese), 20 maggio 2017 - «Il personale ha cercato per quanto possibile di rispondere alle nostre domande ma 30 ore di attesa sono davvero tante soprattutto per una donna di 88 anni che si è recata al pronto soccorso in seguito ad una caduta e che faticava a stare a letto a casa figuriamoci su una barella». È lo sfogo della nuora di un’88enne solarese protagonista tra mercoledì e giovedì di una lunghissima attesa al Pronto soccorso dell’ospedale di piazzale Borella. «Lo sappiamo che ci sono tante emergenze e che ovviamente hanno la precedenza i casi più gravi ma certo non ci aspettavamo di entrare in pronto soccorso nella mattinata di mercoledì e di lasciarlo solo giovedì alle dopo le 15». L’anziana era caduta in casa ma oltre alle conseguenze della caduta a preoccupare il personale e i familiari il quadro generale della donna: «Nella giornata di mercoledì abbiamo fatto tutti controlli e analisi del caso – continua la nuora - dalle lastre alle trasfusioni con lunghe attese ma «giustificate» sia dagli interventi sanitari sia dalla presenza di altre urgenze in pronto soccorso». Nel tardo pomeriggio di mercoledì la decisione di ricoverarla «appena c’è un letto libero in medicina».

In realtà è così iniziata una lunga attesa. «Siamo state accompagnate in astanteria: purtroppo a causa delle conseguenze della caduta faticava a stare sulla barella. E’ stata davvero una lunghissima notte». Al mattino dopo la speranza di essere ormai alla fine del tunnel: «In realtà non ci è stata data nessuna informazione: abbiamo atteso ogni tanto chiedendo al personale che continuava a dirci che erano in attesa del letto libero». Nella lunga attesa che, ha accomunato peraltro tanti pazienti, non è mancata la condivisione tra malati: «Ad unirli era la stanchezza, l’amarezza di fronte alle lunghe ore d’attesa senza poter tornare a casa per non perdere la priorità per il ricovero». Alla fine nel primo pomeriggio finalmente l’arrivo in reparto: «Credo che far aspettare un malato di 88 anni in una situazione provvisoria per 30 ore sia al di là della tolleranza – rimarca la nuora – il personale è stato disponibile ma evidentemente servono altre soluzioni e interventi». Dal nosocomio spiegano che l’anziana è stata sottoposta a tutti gli accertamenti e gli esami del caso e che appena il letto in reparto è stato disponibile è stata ricoverata.