Corsico, caso Stocco: Mannino si ribella

La commissione antimafia chiede la rimozione dell’assessore. "Non ero il responsabile"

Il manifesto contestato

Il manifesto contestato

Corsico (Milano), 21 gennaio 2017 - "Nessuna responsabilità". Di fronte alla richiesta di rimozione dell’assessore Maurizio Mannino arrivata dalla commissione parlamentare antimafia, che giovedì si è occupata dell’ormai famoso caso Stocco, il diretto interessato ribadisce di non essere stato "il responsabile della manifestazione, come identificato dalla commissione. E non mi risulta che ci siano provvedimenti giudiziari in corso a mio carico". L’assessore di Forza Italia rischia di pagare il conto più salato nella vicenda del Festival dello stocco, la manifestazione cancellata in fretta lo scorso autunno, a patrocinio comunale già concesso, perché tra gli organizzatori risultava Vincenzo Musitano, imparentato con un boss della ‘ndrangheta. Per fare chiarezza, la commissione antimafia ha ascoltato il sindaco Errante, cui è stato chiesto di liquidare Mannino, ritenuto "responsabile della concessione del patrocinio".

Una faccenda tutta politica, secondo l’assessore alle Politiche giovanili che non intende ancora dare libero sfogo ai pensieri, almeno "fino alla fine dei lavori della commissione d’inchiesta interna. Per rispetto istituzionale. Poi, dirò la mia". Il nome dell’assessore compariva insieme a quello del sindaco e dell’assessore Giacomo Di Capua (Lega Nord) sulla locandina dell’evento. Mannino sottolinea come «l’appartenenza politica dei commissari sia fortemente condizionante nella vicenda».

A rispondere è il segretario del Pd corsichese Stefano Ventura che non solo chiede "le immediate dimissioni di Mannino, il cui ruolo decisivo è stato sottolineato dalla commissione parlamentare, ma anche dell’altro assessore. Il sindaco prende tempo: vuole aspettare i risultati della commissione interna, delegittimando così il ruolo di quella nazionale. Togliere le deleghe a entrambi, immediatamente". Se Mannino parrebbe lo "sponsor" della manifestazione soprattutto per il fatto di essere cresciuto nel quartiere dove avrebbe dovuto svolgersi l’evento, nel manifesto compare anche il nome di Di Capua. Due, a questo punto, le strade per Errante: il ritiro immediato delle deleghe per Mannino e Di Capua o un più probabile rimpasto di giunta. Per ripartire da zero e cancellare con un colpo di spugna la macchia nera sull’amministrazione. A quel punto Errante potrebbe riconfermare i vecchi fedeli assessori e far saltare la sedia di Mannino e Di Capua. Tutto è ancora da decidere. Ma è meglio sbrigarsi: in commissione parlamentare la parola commissariamento ha iniziato a girare.