Siccità, è allarme fieno negli alpeggi: "Cose mai viste in 47 anni di lavoro"

La preoccupazione degli allevatori per una situazione disastrosa

Allevatori in alpeggio

Allevatori in alpeggio

Sondrio, 24 luglio 2017 - Siccità: é allarme fieno sugli alpeggi. Ormai vicini alla fine di luglio, gli allevatori e la Coldiretti esprimono forte preoccupazione per un problema che rischia di compromettere fortemente la stagione degli alpeggi. Secondo un monitoraggio della Coldiretti Lombardia nelle province di Sondrio, Como, Lecco, Brescia e Bergamo, sui pascoli di montagna si registra in media un calo del 20% di erba a disposizione del bestiame.

Michele Codega, allevatore 67enne di Colorina, spiega: «Ho gli animali in due alpeggi, uno in Val Cervia (1400 metri di quota) in cui ho 165 capi e l’altro a Caldenno (1600 metri di quota) con 110 capi, e in entrambi la situazione è disastrosa. Ho dovuto portare gli animali in ritardo di circa 15 giorni, perché l’erba manca e quella che c’è è bruciata per colpa della combinazione di freddo e siccità: in 40 anni e passa ho visto poche altre volte dei pascoli ridotti così». Una situazione di allerta che riguarda circa 600 alpeggi lombardi con oltre 800 malghe – spiega la Coldiretti Lombardia – la maggior parte delle quali concentrate in provincia di Sondrio (37%), Brescia (30%), Bergamo (24%), Como (8%), Lecco (8%), ma presenti anche nel Pavese. In tutta la Lombardia i prati a pascolo superano i 109mila ettari, di cui quasi la metà in provincia Sondrio, 27 mila ettari nel Bresciano, 21 mila ettari nella Bergamasca, quasi 10 mila in provincia di Como, oltre 2.600 nel Lecchese e 500 ettari in provincia di Pavia. Appezzamenti a pascolo sono presenti anche a Varese (257 ettari), Mantova (146 ettari), Cremona (103 ettari), Milano (42 ettari), Lodi (22 ettari) e Monza Brianza (12 ettari). «Sono 47 anni che vado in alpeggio e non ho mai visto una situazione del genere – racconta Alberto Libera, allevatore 51enne di Colorina –. L’erba è davvero poca, per colpa del freddo in primavera e della siccità che non ci dà tregua. Quest’anno sarò costretto a riportare in stalla in anticipo i 160 capi che possiedo tra manze, vitelli e vacche da latte. Sono arrivato in alpeggio alla fine di giugno e al massimo tornerò indietro il 20 settembre, sempre che l’erba basti».