La cimice asiatica è l’incubo dei tanti meleti della Valtellina

Un’équipe universitaria con la Fojanini sta studiando i rimedi

Raccolta delle mele (Orlandi)

Raccolta delle mele (Orlandi)

Sondrio, 30 marzo 2017 - Ospite indesiderato di ben 300 piante, tra cui melo, uva, piccoli frutti, la cimice asiatica, Halyomorpha halys, rischia di diventare il nemico numero uno della frutticoltura in provincia di Sondrio. Sulle sue tracce, si stanno muovendo già da tempo l’entomologo valtellinese Paride Dioli, insieme a due equipe, una dell’Università di Modena-Reggio con la professoressa Lara Maistrello, coordinatrice nazionale per la questione, l’altra dell’Università di Milano con le professoresse Lidia Limonta e Daniela Lupi, e la fondazione Fojanini che, prossimamente, presenterà la problematica.

 L'incontro, rivolto agli agricoltori, sarà in sede, a Sondrio, il 13 aprile, a partire dalle 9. In zona (precisamente alto lario-bassissima valle), il primo avvistamento risale al 2015. Da lì è partita un’indagine: attraverso trappole e segnalazioni, se ne è rintracciata la presenza fino a Ponte in Valtellina, passando per Piantedo, Morbegno (cortile del museo), Talamona, Sondrio. Qualcuno ha parlato anche di Alta Valle. «Arriva trasportata dai camion e si diffonde principalmente nei punti di scarico merci, dove avvengono i traffici. In questa fase di monitoraggio è fondamentale il contributo delle persone, nello spirito della citizen science (ricerca scientifica cui partecipano semplici cittadini)» , spiega Dioli, invitando tutti a inviare segnalazioni alla Fojanini, in caso di avvistamenti sospetti. Con il suo apparato pungente-succhiante, il polifago dal grande appetito è in grado di bucare la superficie dei frutti, causando una sorta di butteratura marrone. Ne bastano due per rendere il frutto non commerciabile. Il timore è principalmente per le mele anche se, «ad oggi -precisa Martino Salvetti, tecnico della Fojanini- la presenza della cimice è limitata ai punti di accesso. Si infila tra i bancali, sotto i cellofan. Per questo, insieme al servizio fitosanitario regionale, abbiamo iniziato a tenere sotto controllo le zone più strategiche quali Chiavenna, Colico, Sondrio, soprattutto in prossimità dei centri commerciali, delle aree industriali o dei magazzini delle cooperative come Albosaggia e Ponte. Vogliamo capire da dove fanno il loro ingresso in Valle».

Salve, per il momento, le aree agricole nelle quali la cimice, appartenente alla famiglia delle Pentatomidi, non si è ancora insediata. Questione di tempo? Probabile. Non si potrà impedirne la diffusione, ma porvi rimedio sì, attraverso un piano di contenimento del quale è ancora prematuro parlare. Ci sono altri fronti che richiedono attenzione massima. Quello della Drosophila suzukii, moscerino dei piccoli frutti, ad esempio, «che fa danni enormi», aggiunge Salvetti. Se ne parlerà sempre nell’incontro del 13: reti per coprire i mirtilli e risultati delle prime prove di lotta biologica saranno all’ordine del giorno, insieme al discorso sulla cimice.