I cervi distruggono il raccolto, la protesta degli agricoltori: "i danni chi li paga?"

"Non vale nemmeno la pena di fare crescere le colture. I cervi hanno rovinato tutto il mais ed è inutile fare il raccolto: sarebbe più la spesa dell’impresa" di Alessia Pace

Agricoltori sul piede di guerra (Orlandi)

Agricoltori sul piede di guerra (Orlandi)

Dubino (Sondrio), 22 agosto 2014 - «Non vale nemmeno la pena di fare crescere le colture. I cervi hanno rovinato tutto il mais ed è inutile fare il raccolto: sarebbe più la spesa dell’impresa». Ha esordito così ieri pomeriggio al Pian di Spagna Antonio Barri, titolare con la moglie dell’azienda agricola Pedrini Maddalena, poco prima di farla finita e di «radere al suolo» con il suo trattore le piante di mais del suo campo gravemente danneggiate dai cervi. Con lui erano c’erano una trentina di agricoltori che operano nel Pian di Spagna, tutti sul piede di guerra a causa degli ingenti danni che anche quest’anno i cervi stanno facendo al raccolto. Presenti all'iniziativa di protesta che si è svolta in mezzo ai prati del Pian di Spagna, anche il presidente provinciale della Coldiretti di Sondrio Emanuele Ghirardelli e Ettore Del Nero, segretario di zona Coldiretti mandamento di Morbegno. Tutti quanti sono arrabbiati con il Consorzio di Gestione della Riserva nella persona del presidente Gianluigi Spreafico, reo di non aver preso provvedimenti per arginare i danni e di non garantire agli agricoltori almeno un risarcimento.

«La situazione è grave - ha spiegato Ettore del Nero - gli agricoltori sono esasperati. La scorsa primavera abbiamo portato il problema sui tavoli della Comunità Montana di Morbegno e in Regione Lombardia ma non abbiamo ottenuto risposte e il Consorzio del Pian di Spagna continua a non fare nulla. Gli agricoltori sono parte integrante della riserva e vanno tutelati». Dello stesso parere è anche Ghirardelli che ha definito inaccettabile il comportamento del Consorzio: «Stiamo pensando di agire legalmente insieme agli agricoltori contro i vertici del Consorzi di Gestione della riserva - ha spiegato - perché è una cosa gravissima che il problema non venga risolto e che i danni non vengano riconosciuti». Gli agricoltori sono disperati: «Cervi e cinghiali mi hanno rovinato il mais e mangiato il fieno - ha raccontato Pierangela Pirola dell’azienda agricola Spini Pietro -. Mi hanno detto che non ci sono soldi e che non avrò nessun risarcimento».

«Bisogna portarli via - ha sbottato Iride Molatore - è una cosa incredibile, si avvicinano alle case, non hanno paura di niente. Alcuni giorni fa ne ho sorpreso 6 a mangiare il mio fieno». C’è anche chi ha avuto danni per quasi 20mila euro come Davide Piraino dell’azienda agricola Scaramella Veronica: «Sono cose che possono distruggere un’azienda a lungo andare - ha detto - e noi nonostante i danni che abbiamo avuto, non abbiamo ancora in mano nulla, nemmeno un centesimo». «Ho rilevato l’azienda di mio padre 6 anni fa - ha concluso Ines Martelli - ed è da 6 anni che metto i miei risparmi in questa attività. A causa dei cervi ho dovuto costruire attorno ai miei campi una recinzione da 12mila metri quadrati che mi è costata molto. Questa non è vita. Devono fare qualcosa per noi».