Il Tar: "Stop alle preghiere islamiche. Il capannone di Cinisello torni industriale"

Rigettato il ricorso della comunità musulmana sul polo di via Frisia

Un momento di preghiera nei capannoni di via Frisia 11, affittati dalla comunità musulmana

Un momento di preghiera nei capannoni di via Frisia 11, affittati dalla comunità musulmana

Cinisello Balsamo (MIlano), 18 febbraio 2016 - Il capannone di via Frisia 11 deve essere utilizzato come laboratorio industriale e lo stato dei luoghi va ripristinato com’era prima che entrasse la comunità musulmana. Lo dice il Tribunale amministrativo della Lombardia, che ha rigettato il ricorso del centro islamico sull’ordinanza del dirigente dell’Edilizia privata del Comune del luglio 2014. Il direttore del servizio aveva inoltrato alla società proprietaria dell’immobile e all’associazione, in affitto, la disposizione di «ripristino dello stato dei luoghi e della destinazione d’uso assentita, con riguardo ad abusi edilizi che sarebbero stati commessi».

Contro l’ordinanza la comunità aveva presentato un ricorso al Tar con domanda di sospensiva, poi rigettata nel gennaio dell’anno scorso. Motivazione illogica ed eccesso di potere, aveva denunciato il centro musulmano. Nella memoria difensiva e nelle udienze di approfondimento, il Comune aveva sottolineato che «la destinazione dell’immobile è ancora industriale», che «all’interno sono stati realizzati una serie di interventi edilizi» e nel capannone «si svolge attività di culto o culturale, comunque non compatibile con la destinazione industriale».

Il 15 e 25 aprile 2014 erano effettuati due distinti sopralluoghi, che avevano accertato «l’avvenuta esecuzione, senza titolo edilizio, di interventi, fra i quali la modifica dei locali al piano rialzato e il frazionamento degli uffici posti al primo e al secondo piano». Il 18 aprile 2014, alcuni rappresentanti avevano confermato alla polizia locale «l’avvio di lavori per la predisposizione di un centro culturale, oltre che l’effettuazione della preghiera settimanale verso le 13,30». Agli agenti il vicepresidente dell’associazione riferiva di aver presentato all’ufficio tecnico la documentazione per il cambio d’uso: «Circostanza questa che non trova però riscontro presso gli uffici comunali».

La documentazione portata dall’amministrazione è sufficiente per il Tar. «Appare fuori discussione che nello stabile di via Frisia viene svolta un’attività, che comporta un notevole afflusso di persone e che non appare in ogni modo compatibile con la destinazione d’uso attuale». L’ordinanza del Comune è quindi legittima. «I locali, che dovrebbero essere impiegati esclusivamente a laboratorio industriale, sono invece caratterizzati da attività sicuramente varie (incontri, mostre, lezioni di lingua araba e italiana e anche occasioni di preghiera), ma in ogni modo non riconducibili, neppure con il più ampio sforzo, all’attività produttiva». Infine, la chiusura tombale sul ricorso degli islamici. «Il richiamo ai principi costituzionali sulla libertà religiosa non appare pertinente, in quanto non è certamente in discussione la libertà religiosa della comunità musulmana di Cinisello, ma si impone esclusivamente il rispetto della destinazione urbanistica».