Fatture false nella vendita di scarti metallici. Scoperta maxi evasione da 83 milioni

Blitz della guardia di finanza, indagate sei persone e sequestri di ville, auto e oro di Rosario Palazzolo

INCHIESTA L’operazione è partita da una verifica fiscale a un’azienda di Sesto

INCHIESTA L’operazione è partita da una verifica fiscale a un’azienda di Sesto

Sesto San Giovanni, 1 novembre 2014 - Viaggiavano a bordo di Ferrari e vivevano in Brianza in ville con piscina e cantine piene di vini da 300 euro a bottiglia. Ma per il fisco erano solo modesti imprenditori che operavano nel settore del recupero di metalli ferrosi. Partendo da una verifica a un’azienda di Sesto San Giovanni, la guardia di finanza è riuscita a scoprire una rete internazionale di imprese che praticavano frodi fiscali da decine di milioni di euro, attraverso la commercializzazione di scarti metallici. Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle del Gruppo di Sesto San Giovanni, al comando del tenente colonnello Omar Salvini, hanno indagato 6 persone ed eseguito sequestri a scopo di confisca per un valore di 83 milioni di euro. L’indagine era cominciata alcuni mesi fa in seguito a una normale verifica fiscale a carico di un’impresa sestese specializzata nel recupero e nella vendita di metalli.

I finanzieri si erano subito resi conto che dietro a montagne di fatture e documenti si celava una rete di società di comodo creata per sottrarre denaro al controllo del fisco e farlo ricomparire su conti correnti anonimi aperti da fiduciarie compiacenti a San Marino e in Cina. I militari, coordinati dal pm monzese Manuela Massenz, hanno ricostruito la catena di società che si occupavano di emettere fatture e documenti di trasporto falsi per carichi di metalli che risultavano venduti alle fonderie. Attraverso un gioco di fatture, il denaro affluiva sempre sui conti esteri. A San Marino, in poco meno di due anni su un unico conto corrente sono circolati circa 36 milioni di euro, che poi riemergevano in Italia in modo assolutamente anonimo. Tra le persone coinvolte nel traffico di denaro, c’era anche uno dei personaggi di spicco tra quelli già segnalati in una indagine della Dda di Milano che a Desio aveva portato alla luce la «banca della ‘ndrangheta».

Gli investigatori hanno accertato una frode da almeno 83 milioni di euro. In questa prima fase, sono stati accertati e già posti sotto sequestro patrimoni per circa 10 milioni di euro tra cui una villa con piscina, diversi immobili residenziali e industriali, conti correnti, autovetture estere, orologi di lusso e lingotti in oro. È stata anche scoperta una pistola Beretta placata in oro e un autoarticolato da collezione. Mentre non è stato possibile sequestrare la Ferrari intestata a un leasing.