Sesto, per la moschea raccolta fondi del centro islamico

A Sesto parte la seconda raccolta fondi per i 5 milioni necessari alla realizzazione del maxi centro

Le donne della comunità  sestese alla raccolta fondi  in via Luini

Le donne della comunità sestese alla raccolta fondi in via Luini

Sesto San Giovanni (Milano), 5 giugno 2016 - Un caffè al giorno per costruire la nuova moschea Milano-Sesto, la più grande del Nord Italia. L’iniziativa la lancia il centro islamico cittadino, che al Restellone è pronto per iniziare i lavori per la sua sede definitiva, dopo anni di ricerca di uno spazio adeguato per una comunità che continua a crescere. Sabato si è aperta la due giorni di raccolta fondi e dialogo. Vestiti, accessori, libri per un mercato benefico, che sarà aperto anche domenica all’interno della tensostruttura di via Luini, il prefabbricato provvisorio che dovrà ospitare i fedeli fin tanto che la moschea non sarà completata. Così,  le donne della comunità sestese hanno sistemato i diversi prodotti da vendere e preparato una merenda per tutti i palati: pizzette e limonata, dolci al miele e il tradizionale té alla menta. Un’iniziativa solidale per far conoscere il progetto, coinvolgere i sestesi musulmani e reperire nuove risorse finanziarie. Perché il progetto complessivamente costa 5 milioni. E un altro sforzo era già stato portato avanti per posare la tensostruttura accanto all’area del cantiere.

"Avevamo lanciato da subito la campagna per contribuire, acquistando un mattone, una colonna, un metro quadro della futura moschea – ricorda Hocine Bouchemal, che fino allo scorso mese è stato il direttore del centro islamico di Sesto -. Ancora oggi chi vuole può donare 50 euro e mettere il suo mattone per la sede di via Luini. Ci sono imprenditori e altri fedeli che ne hanno la possibilità". Ma la maggior parte dei musulmani ha altre disponibilità economiche. "Questo è un progetto che riguarda tutta la comunità. Cifre come 5 milioni possono spaventare, perché sembrano irraggiungibili – spiega Bouchemal -. Per questo abbiamo cercato di coinvolgere tutti, partendo proprio dalla base dei nostri fedeli". E, in questo senso, è nata la nuova raccolta fondi. "Chiediamo a tutti di rinunciare a un caffé al giorno e di mettere da parte quei soldi per la moschea. Diventa un sacrificio alla portata di tutti: un euro al giorno e un caffé in meno". (Nella foto sotto, un rendering del progetto)

Il 24 marzo si è conclusa la fase di bonifica. "Abbiamo tolto 4mila metri cubi di terra, che è stata portata nei laboratori per la pulizia del terreno e abbiamo scavato a una profondità di un metro e mezzo, arrivando in alcuni punti a 4 metri", ha raccontato il presidente Boubakeur Gueddouda in un videomessaggio postato su Facebook. Ora si aspetta il collaudo con il via libera definitivo di Arpa Lombardia. A quel punto, il cantiere potrà ufficialmente essere aperto per costruire la moschea da 2.450 metri quadrati con biblioteca, ristorante, giardino pensile, parcheggi sotterranei e casa dell’Imam. Uno spazio che sarà a disposizione anche del quartiere e della città. Per diluire costi e pagamenti, si prospetta un cronoprogramma più lento: tre anni di lavori prima di fare ufficialmente ingresso in quella che diventerà la sede definitiva della comunità islamica.