Affondo della Regione: "La moschea di Sesto è irregolare"

Secondo l'assessore lombardo Viviana Beccalossi non sono state rispettate le leggi regionali sul tema

Un sopralluogo di Beccalossi in  città

Un sopralluogo di Beccalossi in città

Sesto San Giovanni (Milano), 3 marzo 2017 - "La moschea di Sesto San Giovanni, secondo quanto emerso dalla documentazione ricevuta da quel Comune, in risposta al monitoraggio sui luoghi di culto, non è 'provvisoria' come continua a definirla l'amministrazione comunale, bensì 'irregolare'. Infatti non rispetta i principi sanciti dalla sistema normativo regionale. Tutto ciò è stabilito con chiarezza dalle leggi della Lombardia e per questo ho scritto  al sindaco Monica Chittò per informarla dei risultati di un dettagliato approfondimento giuridico effettuato dai miei uffici". E' quanto dichiara  l'assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana Viviana Beccalossi. Il riferimento è alla questione  relativa alla struttura sorta da più di un anno in via Luini, che dovrebbe lasciar spazio poi a un grande centro islamico che si sta costruendo nella medesima area, una delle moschee più grandi del Nord Italia. 

  "Dal punto di vista strettamente urbanistico - prosegue Viviana Beccalossi - la cosiddetta 'moschea provvisoria', come la definisce il sindaco Chittò, deve rispettare quanto previsto dalla Legge Regionale 2/2015 sui luoghi di culto, in quanto è stata realizzata successivamente all'entrata in vigore della norma. Per realizzare un nuovo luogo di culto, di qualunque confessione religiosa, questo deve essere previsto nel 'Piano delle attrezzature religiose' che il Comune avrebbe dovuto redigere all'interno della propria pianificazione urbanistica. Non ci risulta che a Sesto questo passaggio decisivo sia stato compiuto. Inoltre una struttura temporanea, secondo le regole urbanistiche dettate dal Testo Unico edilizia, deve essere rimossa entro un termine perentorio di novanta giorni dalla sua realizzazione".  A Sesto San Giovanni il 23 dicembre è morto in uno scontro a fuoco con la polizia il killer dei mercatini di Berlino Anis Amri. La sua presenza in città fu uno choc con conseguenti ninterrogativi sulle cellule del terrorismo islamico presenti nel milanese.