Ha un malore mentre è al mare, muore sestese

Il 65enne era in vacanza nel Ferrarese

L'operaio è stato trasportato al San Gerardo

L'operaio è stato trasportato al San Gerardo

Sesto San Giovanni (Milano), 16 luglio 2017 - Tragedia in spiaggia, sabato mattina verso le 7, a Lido di Pomposa, nel Ferrarese. Giuseppe Capasso, 65enne, originario della Campania, ma residente a Sesto San Giovanni  è deceduto, a causa di un malore fatale, ad una quarantina di metri dalla riva, mentre, in compagnia di un amico stava raccogliendo cozze e vongole. Capasso da alcuni anni era ospite stagionale del camping ‘Tre Moschettieri’ e come ogni mattina scendeva presto in mare, in compagnia di un amico per la sua ‘battuta di pesca’. Anche sabato mattina era partito per la sua raccolta. A un certo punto Capasso si sarebbe rivolto all’amico dicendogli di tornare a riva con quanto raccolto e che lui sarebbe arrivato subito dopo. L’amico, arrivato sul bagnasciuga, si sarebbe girato verso il mare e non avrebbe più visto il 65enne. Preoccupato, ha dato l’allarme. "Mio padre Mauro e io – racconta Marcello Guidi, titolare insieme al genitore dello stabilimento balneare del camping  – stavamo sistemando la spiaggia quando abbiamo sentito l’amico di Giuseppe chiamare aiuto. Mio padre non ha perso tempo, ha preso il moscone ed è entrato in acqua. A qualche decina di metri dalla riva ha visto l’uomo che galleggiava. Aveva ancora il boccaglio addosso. Ci ha messo poco a rendersi conto che non si muoveva. Anch’io dalla riva mi sono accorto di quel che stava accadendo. Così ho raggiunto mio padre a nuoto per dargli una mano a caricare Giuseppe sul moscone e riportarlo a riva. Intanto avevo già avvisato i soccorsi". 

Una volta a riva, i due soccorritori hanno praticato il massaggio cardiaco al malcapitato turista. Pochi minuti dopo è arrivata l’ambulanza, seguita poi dall’elisoccorso. Il personale dell’emergenza medica ha provato per diversi minuti a rianimare Capasso, ma senza riuscirvi. Alla fine ha dovuto constatarne il decesso. "Mio padre ed io – conclude Guidi – conoscevamo bene Giuseppe: una brava persona. Tutti i giorni passava a salutarci al bar, a volte ci dava anche una mano perché diceva che altrimenti ci stancavamo troppo. È stato brutto cercare di aiutare una persona che conosci e sentirsi comunque impotente". Sul posto oltre al personale del 118, sono giunti gli uomini della guardia costiera di Porto Garibaldi e i carabinieri. La morte di Giuseppe Capasso sarebbe da attribuire ad un malore e la salma, una volta certificato il decesso, è stata riconsegnata alla famiglia per disporne le esequie.