Bresso, arrivati altri 300 profughi

Accolti i nuovi ospiti al campo

L'arrivo dei 300 profughi

L'arrivo dei 300 profughi

Bresso (Milano), 21 marzo 2016 - Le carrette del mare hanno ricominciato a solcare quel braccio di Mediterraneo non appena le condizioni meteo lo hanno consentito. E così nelle ultime ore sono sbarcati sulle coste siciliane circa 1.800 profughi partiti dalle coste libiche. Con immediata ricaduta per la Lombardia. Sì, perchè sabato in 300 sono stati trasferiti all’hub di Bresso gestito dalla Croce Rossa; da lì nei prossimi giorni verranno distribuiti nelle strutture disseminate nelle varie province.

Torna l’emergenza profughi. Un’emergenza che quest’anno potrebbe assumere contorni più preoccupanti rispetto alle ultime due estati. Per vari motivi. Innanzitutto, le cifre di questo primo scorcio di 2016 sembrano deporre a favore di un’intensificazione del fenomeno: quasi 12mila profughi sono già approdati in Italia (+28% rispetto allo stesso periodo del 2015), anche se l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha invitato alla cautela (tenuto conto del meteo più clemente del solito nel mese di gennaio).

In secondo luogo, gli hotspot allestiti a Sud (dove avviene l’identificazione) stanno iniziando a funzionare, riducendo progressivamente la quota di «spontanei» che dal 2013 in avanti hanno risalito a migliaia la penisola senza essere censiti dal sistema. Infine, c’è da considerare l’ultimo fattore: il giro di vite sui controlli messo in atto da molti Stati dell’Ue sta rendendo sempre più accidentato e difficile da portare a termine il viaggio dei migranti verso il Nord Europa.

Tradotto: alla figura del «transitante» – soggiorno di 2-3 giorni a Milano prima di ripartire per Germania, Svezia o Inghilterra – si sta inesorabilmente sostituendo quella del migrante «costretto» a presentare qui la richiesta di protezione internazionale. Conseguenza: sempre meno turnover nei centri. Tutte tendenze fotografate in anticipo dal Dipartimento immigrazione del Viminale.

Tanto che le Prefetture lombarde, a cominciare da quella di Milano, stanno cercando di reperire più posti possibile. Prendiamo l’esempio di Palazzo Diotti: se nel 2015 si era raggiunto un massimo di 3mila letti tra metropoli e hinterland, stavolta è stato lanciato un bando per 4.500 posti.

Al momento, però, onlus e associazioni del Terzo settore non hanno risposto in maniera così massiccia come ci si augurava alla vigilia: nelle buste inviate in corso Monforte c’erano «solo» 2.620 posti.