Una ripresina e tanti "se"

Lo show del premier Renzi a Milano con l’esibizione di oggetti del passato per dimostrare ciò che è ovvio, e cioè che il passato è il passato e il futuro è un’altra cosa, può essere piaciuto. Anzi, è piaciuto a molti di Alberto Mazzuca

Milano, 12 novembre 2015 - Lo show del premier Renzi a Milano con l’esibizione di oggetti del passato per dimostrare ciò che è ovvio, e cioè che il passato è il passato e il futuro è un’altra cosa, può essere piaciuto. Anzi, è piaciuto a molti. Anche se poi si è appropriato del dopo Expo come se fosse cosa sua, cosa del governo, relegando Regione, Comune, Città metropolitana al ruolo di semplici notai. Pensiamo invece che la regia del dopo Expo debba restare a Milano che è già un polo dell’eccellenza.  L’intervento a gamba tesa di Renzi nelle vicende milanesi non è comunque un caso isolato, è stato preceduto dalla sua scelta molto precisa di sponsorizzare Giuseppe Sala alla poltrona di sindaco. E, non contento, lo ha anche premiato con una poltrona nel consiglio d’amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, che è un po’ la banca d’investimento del governo e in cui Renzi ha di recente nominato Claudio Costamagna, il banchiere milanese ex Goldman Sachs che è consulente di molti della Milano che conta. A questo punto si fa presto a fare due più due: se Sala succede a Pisapia, ha dalla sua anche il borsellino del dopo Expo. Ma la sponsorizzazione di Sala può essere vista anche da un altro angolo: il disegno di occupazione governativa (quindi romana) di Milano favorita dalla leggerezza del Pd locale. Pensar male è peccato, ma talvolta ci si azzecca… 

Comunque sia, con l’ultima raffica di statistiche, nazionali e internazionali, sull’andamento della nostra economia per i prossimi due anni, abbiamo la certezza che siamo in ripresa. Una ripresina perché il tasso di crescita (1,4-1,5%) resta basso, molto simile a quell’1,3% che avevamo prima della crisi del 2008 e che Bce, Ocse, Comunità europea, Fmi, cioè tutti, dicevano fosse il tasso di crescita di un paese invecchiato e con una struttura industriale debole. Ma c’è già, tra i collaboratori del premier, chi giura e spergiura che tra poco l’Italia crescerà più della Germania e dell’eurozona perché la nostra produzione industriale è in crescita e quella tedesca in calo. E poi perché il mercato interno riprenderà grazie alle massicce dosi di ottimismo di Renzi. Fosse davvero così… Se la domanda interna di consumi e soprattutto di investimenti non riprende, se la situazione economica internazionale non migliora, se l’export tedesco continua a perdere, saremo sempre alle prese con una ripresina. Davvero tanti se…