Delitto di Garlasco, l'impronta insanguinata è una scarpa 42: lo stesso numero di Alberto Stasi

L'impronta insanguinata, numero 42 nella villa di Garlasco. Lo stesso numero dell'unico indagato: ora il confronto di Gabriele Moroni

Atti Pg: foto braccio Stasi con segni

Atti Pg: foto braccio Stasi con segni

Garlasco (Pavia), 21 settembre 2014 - Marca italiana, modello, numero 42. Gli investigatori che lavorano sul giallo di Garlasco hanno isolato una delle impronte insanguinate lasciate nel villino di Garlasco dove, il 13 agosto del 2007, venne trucidata Chiara Poggi. Da lì sono risaliti al tipo di scarpe con la suola a pallini. Le calzature vengono adesso confrontate con alcune foto (una in particolare, secondo indiscrezioni) di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara e unico indagato. 

Sette orme insanguinate subito scoperte e altre 18 rivelate dal Luminol. Quando gli uomini del Ris entrano per la prima volta nel grazioso villino dei Poggi scoprono subito le prime sette: quattro nel corridoio che porta alla scala della cantina dove è riverso il corpo di Chiara, una nel breve tragitto che porta al bagno, due nel bagno, la più importante sul tappetino. Nella relazione al pm di Vigevano, Rosa Muscio, si dice che le impronte sono tutte della stessa suola «costituita da piccoli tasselli a forma circolare». Potrebbe trattarsi di comuni scarpe da ginnastica o di un modello più elegante. Il 5 settembre del 2007 gli esperti di Parma tornano nella villetta di via Pascoli. Viene sparso il Luminol, la casa è completamente oscurata. Le fluorescenze esaltano altre 18 impronte, anche queste insanguinate e anche queste «a piccoli tasselli». Sono disseminate nel soggiorno in direzione della cucina, accanto al tavolo da pranzo, nel salottino, sul tappetino e verso il mobiletto del bagno, come se l’assassino avesse cercato qualcosa. Per gli investigatori non ci sono dubbi «che siano certamente riferibili alla persona che uccise Chiara». La firma lasciata dal killer.

Alberto Stasi calza scarpe numero 42. Ne consegna sei paia. Nel suo computer i carabinieri trovano una fotografia scattata a Londra, durante una vacanza di studio di qualche settimana. Indossa scarpe di colore marrone mai ritrovate. Erano vecchie, spiega, le ho buttate. Le nuove indagini diranno ora se una scarpa numero 42 è tornata a camminare sulla scena del delitto di Garlasco. È il momento delle perizie. Domani vertice all’Università di Bologna dei periti nominati dalla prima Corte d’Assise d’appello di Milano, dei consulenti della Procura generale di Milano, della difesa e della parte civile. Al dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali è stata eseguita la ricostruzione virtuale della camminata di Alberto Stasi nello scenario cruento di casa Poggi. L’interrogativo è il fulcro del caso di Garlasco: come è stato possibile che le scarpe di Stasi rimanessero intonse? La perizia verrà depositata fra qualche giorno.

Sempre domani il professor Francesco De Stefano depositerà quella eseguita alla medicina legale del dipartimento di Scienza della salute di Genova su un capello trovato nel palmo sinistro e sui reperti ungueali di Chiara Poggi. Esito praticamento nullo. Il capello castano, lungo 1,2 centimetri, probabilmente caduto per distacco, è un reperto troppo esiguo. Solo cinque marcatori del Dna ricavato dalle unghie della vittima sono compatibili con quello di Alberto Stasi, come potrebbero esserlo con un numero infinito di persone. 

di Gabriele Moroni