Mortara, sevizie ai danni di un 15enne: in aula i baby bulli minimizzano

L’accusa chiede pene fino a cinque anni

Un frame tratto dalle riprese fatte dai carabinieri

Un frame tratto dalle riprese fatte dai carabinieri

Mortara (Pavia), 16 febbraio 2018 - Due hanno ammesso tutto, tre hanno dato versioni diverse degli episodi contestati. I baby bulli di Mortara, accusati di aver seviziato e maltrattato un quindicenne, sono comparsi ieri davanti al Gup del Tribunale dei Minori di Milano per raccontare la loro versione dei fatti.

L’accusa ha chiesto la condanna a cinque anni per il ragazzino considerato il capobanda del gruppo, quattro anni per altri due e ha accolto la richiesta di messa alla prova per altri due ragazzi. Questi ultimi durante l’esame cui tutti gli imputati sono stati sottoposti, hanno ammesso ogni addebito, mostrandosi pentiti. Gli altri invece hanno ridimensionato gli episodi per cui sono finiti a processo con le accuse di violenza sessuale di gruppo, detenzione di materiale pornografico minorile e violenza privata. Tra le nefandezze che avrebbero commesso, contestate nel capo d’imputazione, figura anche l’aver usato una pigna per stuprare la vittima mentre la tenevano sospesa a testa in giù oltre un ponte, per poi divulgare le immagini ad altri coetanei tramite smartphone. Al giudice alcuni ragazzi avrebbero spiegato di aver solo appoggiato la pigna, di non aver causato lesioni alla parte offesa.

Per uno degli imputati, assistito dai legali Fabio Santopietro ed Elisa Bergamaschi, il Pm oltre a chiedere la condanna a quattro anni ha chiesto al giudice anche l’aggravamento della custodia. Il ragazzo infatti si trovava in comunità, ma era fuggito, era stato poi rintracciato e posto in un’altra struttura. Per lui ora potrebbero aprirsi le porte del carcere minorile Beccaria. Il pm ha chiesto anche gli atti perché potrebbe aprirsi un procedimento collaterale per l’ipotesi di reato di spaccio. Durante l’esame infatti, due imputati hanno raccontato episodi che lasciano supporre fossero coinvolti in vicende di detenzione di sostanze stupefacenti. La situazione però sarà valutata separatamente dalla Procura, che verificherà i presupposti per un’indagine. I cinque minorenni erano stati arrestati a marzo 2017 dai carabinieri, in seguito alla denuncia presentata dai genitori della vittima, un quindicenne, assistito nell’iter giudiziario dall’avvocato Roberto Grittini. Il ragazzo da mesi pativa le violenze del gruppo, in un’occasione era anche stato costretto a bere alcolici per poi essere trascinato in catene per le vie di Mortara, venendo umiliato, episodio che aveva portato a contestare ai cinque anche il reato di violenza privata. L’udienza è stata rinviata al primo marzo. Parleranno gli avvocati difensori, attesa per quella data anche la sentenza del Gup.