Bimbo cade da finestra e muore, lo strazio dei vicini: "Non doveva succedere"

Mortara, incredulità e dolore nel del condominio dove il piccolo Carlos è morto precipitando dal quinto piano

I carabinieri intervenuti sul luogo della disgrazia

I carabinieri intervenuti sul luogo della disgrazia

Mortara (pavia), 2 gennaio 2018 - «Siamo distrutti. Una tragedia così non doveva succedere». I vicini di casa, che vivono sullo stesso pianerottolo al quinto piano del condominio Monviso, in via XXV Aprile a Mortara, sono più che in buoni rapporti con la famiglia egiziana colpita dalla tragedia di fine d’anno. Il piccolo Carlos Mikhail, 2 anni compiuti lo scorso aprile, è morto cadendo dalla finestra al quinto piano. In casa c’era la madre, 37 anni, con i due figlioletti, Carlos e la sorellina di circa un anno, mentre il padre, 39 anni, era al lavoro. Lui, egiziano copto, vive in Italia da molti anni, lavora come custode per la sicurezza in una ditta nel Milanese. Da poco più di tre anni era riuscito a far venire in Italia anche la moglie e si erano subito stabiliti nell’appartamento di Mortara, avendo poi i loro due figli. La madre pare che uscisse poco di casa, facendo una vita riservata e quasi interamente dedicata ad occuparsi dei due figlioletti ancora piccoli.

Le poche volte che doveva uscire, se aveva bisogno di qualcuno che la aiutasse con i bambini, poteva contare sui vicini di casa, rimasti sconvolti dalla tragedia accaduta nelle ultime ore del 2017. «Abbiamo già dovuto raccontare tutto ai carabinieri – dicono i vicini di casa – non ce la sentiamo più di dire niente, siamo distrutti dal dolore».  Poco dopo le 20 dell’ultimo dell’anno, il piccolo Carlos si sarebbe arrampicato mettendosi in piedi sul tavolo della cucina, addossato alla finestra che aveva una delle due ante a vetri aperta, e si sarebbe appoggiato alla tapparella, completamente abbassata e quindi chiusa, ma che nella parte bassa si apre “a compasso” verso l’esterno se la si spinge. E il bimbo s’è così ritrovato nel vuoto.

«Ho sentito il tonfo – racconta la vicina di casa che abita al secondo piano – e mi sono affacciata dalla finestra. C’era già buio, stavo cercando di capire cosa fosse successo quando ho visto la donna uscire dal portone e mettersi a gridare. Poi è arrivata l’ambulanza, ma non c’è stato nulla da fare. Se solo fosse caduto sulla siepe magari si sarebbe potuto salvare, invece è finito proprio sull’asfalto, davanti al portone del palazzo». I soccorritori, arrivati sia con l’ambulanza che con l’elisoccorso, hanno trovato il bambino già in arresto cardiaco. Sono state tentate le manovre rianimatorie e il piccolo è stato portato all’ospedale di Vigevano, dove però è stata constatata la morte. «Ho solo sentito le urla, poi le sirene e il viavai dei carabinieri – dice un residente nel palazzo a fianco – pensavo a una lite o a qualcosa legato ai festeggiamenti di capodanno. Solo al mattino ho saputo cos’era successo, una vera tragedia».

Al momento non risultano indagati, per quella che per i carabinieri sarebbe stata una tragica fatalità, senza ipotesi di responsabilità neppure per la madre. Spetta comunque alla Procura di Pavia valutare eventualmente se contestarle l’omicidio colposo. «Le è capitata una cosa terribile – commenta la vicina del secondo piano – una di quelle tragedie dalle quali non ci si riprende più». La donna si è anche sentita male ed è stata portata in ospedale con l’ambulanza.