Monza-Carnate: in un'ora 4 annunci di ritardo

La dura vita dei pendolari

La stazione

La stazione

Carnate (Monza e Brianza), 27 luglio 2016 - Sono le 7 del mattino, e nulla va bene. Dura la vita dei pendolari, ma quanto? Per comprenderlo basta andare in stazione di prima mattina e osservare gli sguardi persi, e innervositi dei passanti. Martedì alla stazione di Carnate, una manciata di minuti prima delle 7.30, uno dei numerosi treni provenienti da Milano con destinazione Bergamo viaggia con 15 minuti di ritardo, quello da Bergamo per Milano ne accumula invece 25.

Ad avvisare è una voce metallica. La parola "Attenzione" viene ripetuta decine di volte in pochi minuti. Dopo pochi attimi è difficile sentirla davvero, l’orecchio ormai si è abituato. Ma i pendolari incalliti non perdono un colpo. Ritardi, cambi di binario, numeri di treni dettati lentamente, nulla sfugge. E via che riprendono il saliscendi dalle scale, le telefonate in ufficio e la bicicletta ritorna sulla spalla mentre il proprietario cerca di raggiungere il marciapiede giusto. Sono le 7.47 quando i vagoni del Bergamo-Milano si fermano davanti alla banchina. Salire è facile. È luglio, gli studenti sono a casa. La gente però non manca e riempie tutti i sedili. Ci ritroviamo subito schiacciati tra una famiglia, due donne eleganti e tre impiegati con tanto di ventiquattrore.

Verso la prima classe il corridoio è più libero. Cerchiamo il capotreno. In stazione a Carnate le obliteratrici non funzionano. La volontà di viaggiare in regola si scontra con l’incapacità di trovare il personale. Non possiamo nemmeno scendere ad Arcore per timbrare e poi risalire sul treno successivo, è un diretto. Le uniche stazioni di sosta sono quelle di Monza, la nostra, e Milano Centrale. A catturare la nostra attenzione sono le condizioni dell’atrio dei vagoni. Il mezzo è pulito, ma vecchio. Manca vernice un po’ ovunque, i cartelli appesi alle porte sono in parte scollati e illeggibili. I sedili reclinabili sono duri, proprio come le porte. Alle 7.58 ci fermiamo per qualche minuto sulla banchina sperando di poter uscire dall’edificio con un po’ di calma evitando la ressa. Il marciapiede rimane però affollato. Sono decine di persone che controllano sui monitor orari e ritardi. Stesso scenario in fondo alle scale. Per passare nel tunnel bisogna chiedere il permesso ai viaggiatori bloccati davanti agli schermi. Salendo una voce ci riporta all’inizio del viaggio: "Attenzione"; il resto è ciò che ci aspettiamo, un ritardo (di 25 minuti) questa volta da Saronno. In un'ora di viaggio (poco più di dieci minuti in carrozza, il resto in stazione) gli avvisi di minuti da attendere sono stati quattro, due da 25 e due da 15.