L’impennata delle tasse comunali: Irpef più che raddoppiata in 7 anni

Tasi, Tari, Imu e aliquote Irpef: non si moltiplicano solo i nomi delle imposte locali, si moltiplica anche il loro importo. A fare il punto sulla tassazione nei 55 Comuni della Brianza, ci hanno provato Cgil, Cisl e Uil. «Partiamo subito con un esempio. Dal 2006 a oggi l’aliquota Irpef municipale media nei 55 Comuni della provincia è passata dallo 0,22 per cento del 2006 allo 0,58 per cento. Dunque ben più che raddoppiata» di Fabio Lombardi

Pagamento delle tasse

Pagamento delle tasse

Monza, 2 ottobre 2014 - Tasi, Tari, Imu e aliquote Irpef: non si moltiplicano solo i nomi delle imposte locali, si moltiplica anche il loro importo. A fare il punto sulla tassazione nei 55 Comuni della Brianza, ci hanno provato Cgil, Cisl e Uil. «Partiamo subito con un esempio. Dal 2006 a oggi l’aliquota Irpef municipale media nei 55 Comuni della provincia è passata dallo 0,22 per cento del 2006 allo 0,58 per cento. Dunque ben più che raddoppiata», mette subito in chiaro Ambrogio Meroni, della segreteria della Cisl Brianza. «È difficile districarsi e avere un’idea precisa dell’impatto che i cambiamenti della tassazione locale hanno avuto sui cittadini negli ultimi anni. Sulla Tasi, ad esempio le aliquote sono state definite da poco. Ciò che possiamo dire con certezza è che la tassazione è aumentata per le famiglie più numerose a causa di una scarsa attenzione verso le detrazioni in base al numero dei componenti dei nuclei, e per le case con una rendita fino a 500 euro, dunque le meno prestigiose», spiega Pietro Albergoni segretario del sindacato pensionati Spi Cgil Brianza. «La nostra rilevazione sulle tasse locali non vuole porre l’accento sugli aumenti, seppur inconfutabili, necessari ai Comuni per mantenere i servizi in presenza di una diminuzione, e comunque di una generale incertezza, dei trasferimenti statali. Ciò che noi vogliamo mettere in evidenza è la necessità di una modulazione di queste tasse, ad esempio, con esenzioni per chi ha redditi bassi, detrazioni e un aumento progressivo delle aliquote con l’aumentare del reddito», spiega Lorella Brusa della segreteria della Cgil. I sindacati confederali hanno cercato un confronto con le amministrazioni per definire una «distribuzione più equa» delle tasse, ma in pochi casi si è riusciti a «far breccia».

Sono ad esempio, solo 12 (su 55) i Comuni che hanno previsto un’esenzione Irpef per chi ha redditi sotto i 15mila euro, mentre sono 18 quelli che hanno stabilito un’aliquota progressiva con l’aumentare del reddito. O ancora solo 8 paesi hanno evitato di considerare come seconda casa (ai fini del calcolo di Imu e Tasi) l’appartamento delle persone ricoverate in una residenza per anziani o infine solo in 11 casi si è preso in considerazione l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) e non solo la rendita catastale nella definiziaone della Tasi. Scarsa attenzione anche nei confronti della comunicazione. «Per quanto riguarda il calcolo della Tasi non tutti i Comuni hanno messo a disposizione sportelli e non tutti hanno dato la possibilità di calcolare l’importo attraverso il proprio sito Intenet. Ma anche in quest’ultimo caso molti, soprattutto gli anziani, non hanno dimistichezza con certi strumenti. Così da settembre a oggi, solo a Monza, oltre 4000 persone si sono presentate ai nostri sportelli per avere informazioni e servizi», aggiunge Albergoni. E le cose in futuro non sembrano poter migliorare. «Le previsioni del 2015 non lasciano impotizzare un aumento delle risorse a disposizione. Possibili tagli alla sanità potrebbero comportare un aumento dell’aliquota regionale dall’attuale 2,33 al massimo previsto di 3,33», dice Luigi Soldavini, segretario generale della Uil Brianza.

fabio.lombardi@ilgiorno.net